martedì 31 maggio 2016

Masala Granola, ovvero La granola indianizzata di Gaudio

"Ho visto che hai svuotato il barattolo della granola."
"Te la sei finita! Che scostumatezza!"
"Ma che dici! L'ho mangiata soltanto a colazione!"
"Appunto: te la sei finita a colazione."
"Ma non è vero... Ne ho mangiate piccole porzioni da colazione."
"Tanto piccole non saranno state, se è finita. Te la sei mangiata tutta tu!"
"Beh, potevi mangiarla anche tu, allora!"
"Io ne ho mangiata pochissima perché lo sai che a colazione mangio i cereali."
"Cereali e granola insieme? Ecco chi finisce le cose, altro che ne ho mangiata pochissima! Comunque sappi che non me la sono affatto finita perché in frigo ce n'è un altro barattolo."
"Un altro barattolo? E dove? Non l'ho visto! Me lo hai nascosto per mangiartelo tu, confessa!"
"Io non l'ho affatto nascosto! Non è mica colpa mia se non lo hai visto... La prossima volta vedilo!"
"No, no, la prossima volta facciamo a modo mio!"

Continua... alla fine del post!

Granola uno e due...



La ricetta originale è di Maria Teresa.
Con le sue indicazioni ho realizzato una versione (quasi) classica di granola,
adattandola ai miei gusti e agli ingredienti che avevo in casa.
Sono così entrata in una spirale senza ritorno
che mi ha avvinto al punto da inventarmi,
complice una malcelata passione per i colori e i profumi della cucina indiana,
una ricetta ispirata appunto a quei profumi e a quei colori,
ricca di spezie, di aromi esotici e di frutta tropicale,
creando una miscela esplosiva di ingredienti
ognuno dei quali può essere trovato nei campi, nei mercati e nelle cucine
di quell'immenso, chiassoso e variopinto Paese che è l'India.
Riporto con esattezza gli ingredienti di entrambe le versioni
non perché voi dobbiate preparare una granola identica alla mia
ma perché in questo modo mi ricordo come le ho fatte!

Le etichette "Dolci senza burro" e "Senza latte" si riferiscono alla Masala Granola.


Granola (quasi) classica



Ingredienti per un volume di prodotto pari a circa 1,5 litri (significa che per conservarla dovete procurarvi uno o più contenitori della capacità complessiva di un litro e mezzo ;) ):
Ingredienti secchi:
200 g di fiocchi di cereali misti: grano, orzo, farro, riso, segale, avena
60 g di cocco grattugiato disidratato
90 g di frutta secca tritata grossolanamente al coltello: mandorle, noci, nocciole in parti uguali
30 g di semi di girasole
Sciroppo ed emulsione:
70 g di zucchero di canna Demerara
40 g di acqua
40 g di miele di fiori d'arancio
70 g di burro bavarese (oppure un olio dal sapore delicato)
aromi: 1 cucchiaino di estratto liquido di vaniglia, 1 cucchiaino di cannella in polvere, 1 cucchiaino di cardamomo in polvere, 1/4 di cucchiaino di anice stellato in polvere
Ingredienti post-cottura:
150 g di frutta disidratata: uvetta, mela secca, chips di cocco, mango in parti uguali
50 g di cioccolato fondente tritato grossolanamente al coltello

Preparazione:
Riunite in una ciotola gli ingredienti secchi e mescolateli per bene.
Versate l'acqua e lo zucchero in un pentolino e portate fin quasi all'ebollizione, mescolando ogni tanto per sciogliere bene lo zucchero. Unite il burro, il miele e gli aromi e mescolate bene con una frusta per ottenere un'emulsione.
Versate l'emulsione sugli ingredienti secchi e mescolate con una spatola di silicone fino ad amalgamare bene il tutto.
Versate il composto sulla placca del forno ricoperta di carta, stendetelo su tutta la superficie e livellatelo con la spatola facendo in modo che lo spessore sia omogeneo.
Cuocete il composto in forno statico preriscaldato a 160° per 15 minuti, poi continuate per altri 5 minuti tenendo lo sportello del forno socchiuso (incastratevi il manico di un cucchiaio di legno) per far uscire l'umidità.
Quando la superficie sarà dorata estraete la teglia dal forno e lasciate raffreddare completamente la lastra di granola. Quando sarà perfettamente fredda rompetela in pezzetti delle dimensioni che preferite e aggiungete la frutta disidratata e il cioccolato. Mescolate il tutto con delicatezza e riponete la granola in uno o più contenitori ermetici che potrete conservare in frigorifero.
Cercate di farla arrivare almeno fino al giorno dopo.

Masala granola



Ingredienti:
Ingredienti secchi:
200 g di fiocchi di cereali misti: grano, orzo, farro, riso, segale, avena
60 g di cocco grattugiato disidratato
90 g di frutta secca tritata grossolanamente al coltello: mandorle, pistacchi, anacardi in parti uguali
30 g di semi di sesamo, bianco e nero in parti uguali
Sciroppo ed emulsione:
70 g di zucchero di canna Demerara
40 g di acqua
40 g di miele di fiori d'arancio
70 g di olio di cocco
spezie (in polvere): 2 cucchiaini di cannella, 2 cucchiaini di cardamomo, 1 cucchiaino di zenzero, 1 cucchiaino di anice stellato, 1/4 di cucchiaino di chiodi di garofano
Ingredienti post-cottura:
210 g di frutta disidratata: uvetta, mela secca, chips di cocco, mango, papaya, ananas, banana in parti uguali. Non ho trovato i datteri, perciò li ho sostituiti con
30 g di cioccolato fondente tritato grossolanamente al coltello

Preparazione:
Riunite in una ciotola gli ingredienti secchi e mescolateli per bene.
Versate l'acqua e lo zucchero in un pentolino e portate fin quasi all'ebollizione, mescolando ogni tanto per sciogliere bene lo zucchero. Unite le spezie, mescolate e aggiungete l'olio di cocco e il miele; mescolate bene con una frusta per ottenere un'emulsione.
Versate l'emulsione sugli ingredienti secchi e mescolate con una spatola di silicone fino ad amalgamare bene il tutto.
Versate il composto sulla placca del forno ricoperta di carta, stendetelo su tutta la superficie e livellatelo con la spatola facendo in modo che lo spessore sia omogeneo.
Cuocete il composto in forno statico preriscaldato a 160° per 15 minuti, poi continuate per altri 5 minuti tenendo lo sportello del forno socchiuso (incastratevi il manico di un cucchiaio di legno) per far uscire l'umidità.
Quando la superficie sarà dorata estraete la teglia dal forno e lasciate raffreddare completamente la lastra di granola. Quando sarà perfettamente fredda rompetela in pezzetti delle dimensioni che preferite e aggiungete la frutta disidratata e il cioccolato. Mescolate il tutto con delicatezza e riponete la granola in uno o più contenitori ermetici che potrete conservare in frigorifero.
Cercate di farla durare almeno un paio d'ore.

La prossima volta, appunto...



"Si può sapere dov'è quest'altro barattolo di granola? Non lo vedo nel frigo!"
"L'ho nascosto..."
"Lo vedi? Lo vedi? Mi nascondi le cose per mangiartele tutte tu!"
"... l'ho nascosto adesso perché ho appena pensato di scattare un'altra foto alla granola domani, altrimenti tu non ce la lasci arrivare!"

mercoledì 25 maggio 2016

Maccheroncini di primavera al grano arso

Nel corso di una normale giornata lavorativa, nei pressi della Piana del Sole, laddove il biondo Tevere curva verso Ostia Antica per poi raggiungere la sua foce...

Bing!... E' un messaggio di Hangout.

Amore, guarda qui cosa ha fatto Terry?

Terry è la nostra amica Terry Giannotta, che trovate qui.

Terry ha fatto dei bellissimi maccheroncini rigati con salsiccia, radicchio e noci...

Amore, è vero che li fai?

Li faccio? Ma certo!

Sì, ma famoli strani! Abbiamo ancora la farina di grano arso?

Maccheroncini di primavera al grano arso



Ma che cos'è il grano arso? Beh, se siete curiosi, vi invito a leggere qui.

Ingredienti per due persone:
Impasto:
130 g di semola rimacinata di grano duro
20 g di farina di grano arso
un albume
acqua q. b.
Condimento:
70 g di fave sgusciate e private della pellicina
75 g di asparagi puliti (tenete da parte le punte)
100 g di zucchine (2 zucchine piccole)
2 fiori di zucchina
1 cipolla fresca, piccola
1 salsiccia
15 g di semi di zucca tostati
pecorino romano a scagliette
una spruzzata di vino bianco secco
olio 
sale

Preparazione:
Impasto
Formate una fontana unendo la semola e la farina di grano arso. La quantità di quest'ultima è esigua se paragonata alla semola, ma è sufficiente a dare all'impasto il colore e soprattutto il tipico sentore di tostato amarognolo.
Unite l'albume e aggiungete acqua sufficiente ad ottenere un impasto sodo.


Lasciate riposare l'impasto per una buona mezz'ora. Trascorso il tempo di riposo tagliatene un pezzo e formate un cordoncino, da cui ricaverete degli gnocchetti lunghi circa un paio di centimetri.


Prendete uno gnocchetto e ponetelo sul rigagnocchi infarinato con la semola. Utilizzando il manico di un cucchiaio di legno, infarinato anch'esso con la semola, schiacciate lo gnocco avvolgendolo sul manico e passatelo ripetutamente sul rigagnocchi in modo da rigare la superficie del maccheroncino.


Una volta pronti i maccheroncini lasciateli riposare sulla spianatoia dopo averli generosamente spolverati di semola.

E il condimento? Impazienti? Non sarà che il lettore che commenta sempre dal fondo è arrivato anche in questo post? Accontentiamolo, prima che si spazientisca!

Condimento
Affettate finemente la cipolla e fatela appassire con l'olio in una padella abbastanza ampia da potervi far saltare i maccheroncini. Aggiungete le fave e lasciatele insaporire per qualche minuto. Unite la salsiccia sbriciolata, fatela colorire in modo omogeneo, sfumate con il vino bianco e lasciatelo evaporare. Aggiungete le zucchine e gli asparagi tagliati a tocchetti. Conservate le punte, che aggiungerete  al termine della cottura per non cuocerle eccessivamente e mantenerle sode.
Coprite la padella con un coperchio e continuate la cottura a fuoco lento. Qualche minuto prima di togliere dal fuoco unite le punte degli asparagi. Non ve ne dimenticate, mi raccomando!

Lessate i maccheroncini in abbondante acqua salata. Una volta cotti scolateli nella padella con il condimento. Aggiungete i fiori di zucchina tagliati a striscioline e fate insaporire il tutto. Se necessario, aggiungete un po' di acqua di cottura dei maccheroncini. Disponete i maccheroncini nei piatti individuali e completate con i semi di zucca tostati e  le scaglie di pecorino romano.


Il piatto è molto equilibrato nei sapori. Prevale la tendenza dolce della salsiccia e delle verdure, mentre la nota tostata del grano arso è attenuata dalla cottura. Potete accompagnarlo, a contrasto, con un vino bianco dalle note minerali (ma a patto di non esagerare con il pecorino, che renderebbe il piatto salato oltre a coprire gli altri sapori), o con una buona birra artigianale luppolata, una IPA per esempio.

mercoledì 11 maggio 2016

Ciambella "Tressette" con prefermento per il #pmday2016



Pomeriggio del 31 maggio 2014, nel capoluogo della Palude flagellato dalla pioggia.
In un locale del centro diverse persone assistono, interessate e curiose, alla preparazione dimostrativa di un impasto di pane con lievito naturale.
Tutte guardano attente. Molte prendono appunti su piccoli quaderni mentre alcune ragazze spiegano cos'è il lievito naturale, come usarlo, come gestirlo, condividendo esperienze e ricette.
Accanto al tavolo attrezzato per le dimostrazioni pratiche un altro tavolo, su cui fanno bella mostra di sé pani, pizze, focacce, grissini.
Fuori la pioggia cade senza posa, ma dentro c'è fermento.
Si susseguono domande, richieste di consigli e spiegazioni.
Si apre la degustazione dei prodotti e i discorsi continuano, a bocca piena.
Fuori, la pioggia scroscia incessante, ma dentro c'è calore.

Un'ora prima, sull'uscio della casa di due foodblogger.
"Allora, sei pronta? Guarda che facciamo tardi."
"Arrivo, arrivo... Ma sia chiaro che io un altro lievito non lo voglio. Sono ancora in lutto per Herman e non se ne parla proprio di adottarne un altro. Non ne voglio sapere niente! Andiamo soltanto per guardare, capito?"
"E allora perché ti porti dietro quel barattolino di vetro?"
"Perché... perché... perché non si sa mai, ecco!... Senti, non è che potremmo chiamarlo Orlando?"


Due anni dopo, sul computer della foodblogger della Palude.
Ciao Franci! Dato che sto organizzando il Pasta Madre Day 2016 per sabato 14 maggio a Sermoneta, vorrei chiederti se avresti piacere di fare un intervento raccontandoti, impastando o come vuoi. Magari fai un impasto in diretta e spieghi i passaggi!

"Amore, sono stata invitata a partecipare al Pasta Madre Day con un impasto dimostrativo. Si svolgerà proprio il giorno del tuo compleanno. Che ne dici, ti va di andarci insieme o preferisci fare qualcos'altro?"
"Beh, se partecipi al Pasta Madre Day a me fa piacere. Potrei scattare qualche foto per il blog. In effetti però, pensandoci bene, preferirei fare qualcos'altro, sì. Preferirei... impastare anch'io!"

E così, due anni dopo quel pomeriggio del 31 maggio 2014, in un piccolo e suggestivo borgo medievale sulle colline che circondano la Palude, si ripete la magia del lievito madre, della condivisione di esperienze e conoscenze, dei discorsi intorno a una tavola infarinata, delle chiacchiere e dei consigli dispensati a bocca piena.
E stavolta dietro a quella tavola infarinata ci saranno anche Gaudio e Magno, e tra i prodotti offerti in degustazione ci saranno anche le loro creazioni!

"Amore, ti ricordi quando uccidevo i lieviti e distruggevo gli impasti? E quando stendevi l'impasto della pizza con il mattarello? Ne abbiamo fatta di strada, eh?"
"Sì, ne abbiamo fatta tanta. Ma se non ti sbrighi a rinfrescare Orlando per il Pasta Madre Day non andiamo da nessuna parte!"

Ciambella di pane ai tre cereali e sette semi con lievito naturale e prefermento




è la ciambella di pane che ho pubblicato qui
realizzata stavolta con il prefermento
ossia più alta, più soffice e più buona!

Ingredienti:
Per il prefermento:
30 g di licoli, prelevato direttamente dal frigo
100 g di acqua
65 g di farina manitoba (Mulino Marino)
22 g di farina di farro bianco (Mulino Marino)
22 g di farina di frumento semintegrale di tipo 2 (Buratto Mulino Marino)
22 g di semola rimacinata di grano duro (Antico Molino Rosso)
Per l'impasto:
130 g di farina di farro bianco
130 g di semola rimacinata di grano duro
130 g di farina di frumento semintegrale di tipo 2
260 g di acqua
1 cucchiaino di malto d'orzo fluido
5 g di sale
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
5 g di germe di grano
7.749.435.526 semi di papavero (50 g)
Per la finitura:
1 albume
semi di zucca
semi di girasole
semi di sesamo bianco
semi di lino scuro
semi di Nigella damascena
semi di sesamo nero
Per la lavorazione:
semola rimacinata di grano duro per lo spolvero
burro o strutto per lo stampo

Preparazione:
Prefermento
Versate le farine in una ciotola e mescolate con una frustina a mano per dissolvere eventuali grumi.
Formate un buco nel mezzo, versatevi il lievito e aggiungete l'acqua a poco a poco, mescolando bene con una forchetta per non creare grumi.
Trasferite il composto in un barattolo di vetro con le pareti dritte, chiudetelo con un coperchio, segnatene il livello con un elastico e lasciatelo fermentare finché non sarà raddoppiato di volume. Ci vogliono circa 12 ore, ma questo tempo varia a seconda della temperatura dell'ambiente, quindi dovrete controllare. Il prefermento è pronto quando comincia a collassare al centro e sulla superficie si forma una piccola piega.
Autolisi
Circa un'ora prima di usare il prefermento, con una frusta a mano mescolate le farine in una ciotola, unite 215 g di acqua e mescolate grossolanamente: non dovete impastare, ma soltanto idratare la miscela di farine. Dovrete ottenere un composto grossolano e grumoso, senza farina asciutta sul fondo della ciotola. Se necessario, aggiungete ancora qualche goccia dell'acqua rimasta. Coprite il composto con la pellicola e dimenticatelo per un'oretta. Durante questo tempo avverrà la cosiddetta autolisi: nell'impasto grezzo comincerà a formarsi spontaneamente la maglia glutinica per effetto del contatto tra la farina e l'acqua, il che ci permetterà di risparmiare un bel po' di lavoro durante l'impastamento. I tempi dell'autolisi vanno da un minimo di 30-40 minuti a un massimo di 3-4 ore.
Impasto
Passata l'ora, versate il composto autolitico nella ciotola della planetaria e unite il prefermento mescolato con il malto e un po' dell'acqua rimasta. Montate la foglia e cominciate a impastare a bassa velocità, aumentandola gradualmente mentre aggiungete poca per volta l'acqua rimanente, aspettando, prima di aggiungerne altra, che venga completamente assorbita dall'impasto e che quest'ultimo si presenti tutto attaccato alla foglia, e il fondo e le pareti della ciotola siano pulite e asciutte. Con l'ultima parte di acqua aggiungete anche il sale.
Unite l'olio, versandolo a filo lungo le pareti della ciotola. Aspettate sempre che l'olio versato venga assorbito dall'impasto prima di versarne altro.
Impastate finché l'impasto non sarà diventato liscio e non riuscirete a vedere, allargando un pezzetto di impasto tra le dita inumidite, che forma il cosiddetto "velo". A questo punto l'impasto dovrà, quando azionerete la macchina, staccarsi dalla ciotola e raccogliersi tutto intorno alla foglia come fosse un nastro, lasciando il fondo e le pareti della ciotola puliti e senza che vi rimangano pezzetti di impasto attaccati.
Sostituite la foglia con il gancio e, a bassissima velocità, aggiungete i semi e il germe di grano. Lasciate girare la planetaria per qualche minuto, giusto il tempo che i semi vengano incorporati, e ribaltate l'impasto a mano un paio di volte per farli distribuire in modo omogeneo nell'impasto.
Alla fine, rimettete l'impasto nella sua ciotola, copritelo con un piatto e lasciatelo riposare per 15 minuti.
Pieghe in ciotola
Versate un filino d'olio lungo la circonferenza della ciotola per ungere lievemente l'impasto lungo il bordo, se vi sembra necessario, e fate un giro di pieghe in ciotola (guardate questo video), poi coprite la ciotola con il piatto e lasciate riposare l'impasto per 10 minuti.
Effettuate un secondo giro di pieghe e un secondo riposo di 10 minuti, poi un terzo giro di pieghe, al termine del quale lascerete riposare l'impasto per 30 minuti, sempre coprendo la ciotola con il piatto.
Pieghe di rinforzo e pirlatura
Rovesciate l'impasto su un piano di lavoro spolverato di semola rimacinata e allargatelo, picchiettandolo con i polpastrelli lungo i bordi e al centro, fino a dargli una forma quadrangolare, e praticate un giro di pieghe di rinforzo come mostrato in questo video (fate tutto come nel video, senza però ribaltare l'impasto dopo il giro di pieghe e senza riporlo ogni volta a riposare nella ciotola). Spolverate l'impasto con poca semola se vi si attacca alle dita.
Coprite l'impasto con la ciotola rovesciata e lasciatelo riposare per 30 minuti.
Praticate un secondo giro di pieghe di rinforzo e un secondo riposo di 30 minuti, sempre coprendo l'impasto con la ciotola, poi un terzo giro di pieghe e una pirlatura, come spiegato in questo video.
Dopo la pirlatura coprite l'impasto con la ciotola e attendete 15 minuti prima di formarlo.


Formatura
Spolverate di semola il piano di lavoro. Imburrate uno stampo a ciambella di circa 24 cm di diametro.
Prendete dal frigo l'impasto e pesatelo (1 kg, grammo più, grammo meno); dividete il peso per 6 (160 g, sempre grammo più, grammo meno).
Rovesciate l'impasto sul piano di lavoro, allargatelo con i polpastrelli e tagliatelo con un tarocco in 6 parti; pesatele una per una e fate in modo che ognuna abbia lo stesso peso calcolato in precedenza (suvvia, basta una bilancia digitale e la calcolatrice del cellulare!).


Formate con ogni pezzo una pallina come descritto in questo video (preparate l'aspirapolvere perché questo è il momento in cui tutti i 7.749.435.526 semi di papavero proveranno il desiderio irresistibile di schizzare fuori dall'impasto e autoseminarsi negli anfratti più nascosti della vostra cucina... e la forza centrifuga sviluppata nell'ultima fase della formatura li aiuterà!) e disponete tutte le palline in una teglia imburrata.


Lievitazione e cottura
Appoggiate un pezzo di pellicola sulla teglia senza sigillarla e mettete l'impasto a lievitare nel forno spento con la lucina accesa finché l'impasto non avrà raggiunto un paio di centimetri dal bordo dello stampo (considerate la parte delle palline che aderisce alla teglia, non le loro cupolette).
Quando l'impasto sarà pronto, accendete il forno a 200° in modalità statica.
Mentre il forno si scalda spennellate la ciambella con l'albume (serve a tenere i semi incollati; il sapore non si sente) e cospargete ogni pallina con un diverso tipo di semi, accostando i colori come preferite.
Infornate la ciambella nella parte bassa del forno e cuocetela per 10 minuti a 200°, poi abbassate la temperatura a 180° e proseguite la cottura per altri 30 minuti (inebriatevi del profumo dei semi tostati... c'è da svenire)!



Sfornate la ciambella, fatela raffreddare per 5-10 minuti, poi sformatela capovolgendola (effettuate questa operazione sul tavolo della cucina perché qualche seme si staccherà, e in questo modo potrete raccoglierli comodamente uno per uno e magnarveli cum gaudio mentre la ciambella si raffredda!). Appoggiatela su una gratella e fatela raffreddare del tutto prima di affettarla.


Gaudio e Magno saranno presenti all'anteprima pontina del #pmday2016 organizzata per sabato 14 maggio presso il ristorante "Il Mulino" in piazza del Cauto n° 9 a Sermoneta (LT).
La mattina sarà dedicata ai laboratori per i bambini, mentre nel pomeriggio ci saranno discussioni sulla pasta madre, dimostrazioni di impasti e degustazioni. Per tutto il giorno sarà attivo lo spaccio di pasta madre e tutto sarà assolutamente gratuito.
Voi lettori che vivete nella zona, se amate la pasta madre, se amate mettere le mani in pasta, se amate condividere esperienze, ricette e consigli, fate una passeggiata, venite a impastare con noi, godetevi una giornata diversa!


Con questa ricetta partecipo a Panissimo#41, la raccolta di lievitati dolci e salati ideata da Sandra di Sono io, Sandra e da Barbara di Bread & Companatico, questo mese ospitata nel blog I biscotti della zia.

venerdì 6 maggio 2016

Insalata di patate e salmone con yogurt e senape

Sarà stato il destino.
O forse il caso.
O una semplice coincidenza.
Chissà.
Fatto sta che il giorno in cui ho preparato questo piatto ho trovato, nella newsletter quotidiana di Unaparolaalgiorno.it,  una parola particolarmente calzante.
Calzante, però, un po' "al contrario", per dir così.
Perché cosa pensereste voi se, proprio mentre realizzate una ricetta per la vostra settimanale giornata senza glutine, vi vedeste recapitare nella posta elettronica proprio etimologia, descrizione e significato della parola agglutinare?

Agglutinare
Significato: Attaccare, unire con sostanze adesive.
Dal latino agglutinare 'appiccicare', derivato di gluten 'colla'.
Verbo semplice, ma di grande espressività. 
Scaturisce dal latino gluten, cioè 'colla', da cui viene anche 'glutine', che è la parte collosa della farina. Agglutinare significa quindi 'incollare, saldare, unire con una sostanza adesiva'. Concretamente si può agglutinare il riso con un uovo, ma sono molto fertili anche i suoi significati figurati: un ideale montante può agglutinare il consenso popolare, un'attività produttiva agglutina una nuova realtà urbana, e diversi intenti si agglutinano in un progetto condiviso. Non implica il gesto irrevocabile del saldare, non ha la vaghezza dell'unire, non ci evoca le immagini domestiche che invece evoca l'incollare, né comunica la confusione involta dell'agglomerare: è un termine ricercato (ma non troppo) che ci permette di descrivere l'unione di molti elementi in un uno coeso.
Ciò è evidente in usi collaterali: ad esempio si dice agglutinato un consolidamento geologico di elementi minuti, e nel gergo medico si possono agglutinare globuli rossi o batteri in un precipitato. In questi casi è meno palese l'azione di quell'adesivo che comunemente è il fulcro dell'agglutinare, ma il risultato è simile.
Una parola che, per la sua precisione, è bene tenere in mano senza scartare. 

Insalata di patate e salmone con yogurt e senape



per la cottura del salmone mi sono affidata a Martha Stewart (sempre sia lodata!)

L'etichetta "Ricette vegetariane" si riferisce alla sola insalata di patate.

Ingredienti per 2 persone:
Per l'insalata di patate:
500 g di patate
4 cetriolini sottaceto (80 g)
1 cucchiaio di capperi sotto sale
1 cucchiaio di erba cipollina fresca, tritata
225 g di yogurt bianco intero
45 g di senape dolce
Per il salmone:
2 filetti di salmone da 200 g ognuno, senza pelle
1 carota
mezza costa di sedano
mezza cipolla piccola
un quarto di limone tagliato a fettine
Non ho aggiunto sale in nessuna parte della preparazione. Assaggiate e regolatevi come credete

Preparazione:
Insalata di patate
Lavate le patate, mettetele in una pentola, copritele con acqua fredda, portate a ebollizione e lasciate cuocere a fuoco dolce finché le patate non saranno morbide al centro. Scolatele, sbucciatele subito e lasciatele raffreddare. Quando saranno ben fredde, tagliatele a pezzi e mettetele in una ciotola.
Tagliate i cetrioli a dadini e metteteli da parte.
Dissalate i capperi, tritateli al coltello e uniteli ai cetriolini.
Tritate l'erba cipollina e mettetela da parte.
Mescolate bene lo yogurt con la senape, unite l'erba cipollina, mettete da parte 60 g di questa salsa, poi mescolate il resto con i cetrioli e i capperi e unitela alle patate raffreddate. Mescolate bene e lasciate insaporire l'insalata di patate per qualche ora in frigo. Conservate in frigo anche la salsa messa da parte.
Salmone
In una pentola o casseruola larga mettete la carota e il sedano tagliati a tocchetti, la cipolla e il limone. Aggiungete tanta acqua quanta ne basta per coprire appena il pesce, portate a ebollizione e lasciate sobbollire coperto per 8 minuti.
Adagiate delicatamente i filetti di salmone sul fondo della pentola e cuocete, sempre con il coperchio, facendo appena sobbollire l'acqua per 6-7 minuti. Non stracuocete il pesce o perderà la morbidezza.
Scolate il salmone usando una spatola traforata lunga e larga.
Servite disponendo in ogni piatto un filetto di salmone, caldo o a temperatura ambiente, con accanto l'insalata di patate (tolta dal frigo con un po' di anticipo per non servirla gelata) e un po' della salsa messa da parte, con la quale potete anche, a piacere, nappare i filetti di salmone.


Questa ricetta partecipa al 100% GLUTEN FREE FRI(DAY) di Gluten Free Travel and Living.

I Love Gluten Free (FRI)DAY – Gluten Free Travel & Living