venerdì 30 settembre 2016

La bandiera perugina, ovvero Il vessillo che si mangia!

Mattina di un giorno qualunque, presso l'ospedale XYZ.
Sono seduta in attesa del mio turno di visita davanti alla stanza di un medico nel corridoio dei poliambulatori.
C'è una lunga fila di persone che aspettano di essere chiamate dal medico, e mi chiedo quanto tempo ci vorrà prima che il medico si affacci alla porta della stanza e chiami il mio nome.
Mi guardo intorno: diversi anziani che parlottano tra di loro, un giovanotto dall'aria ansiosa che cammina su e giù, una signora di mezz'età che sfoglia un settimanale.
Dalle loro conversazioni capisco che non tutti devono essere visitati dallo stesso medico per il quale sono in coda io.
Meno male.
Mentre aspetto, decido di dare un'occhiata alla posta elettronica.
Ci sono diverse email ancora da leggere, tra cui l'ultima arrivata da Unaparolaalgiorno.it che ho ricevuto proprio stamattina, ma che non ho ancora aperto.
Prendo il telefono, apro la posta elettronica, scorro l'elenco delle email da leggere, apro quella che contiene la parola del giorno.
Ma non ci posso credere! Non è possibile!
Resto imbambolata col cellulare tra le mani, gli occhi incollati allo schermo luminoso.
Ma come è possibile che...
In quel momento la porta della stanza del medico si apre.
Mentre un uomo ne esce, il medico compare sulla porta e chiama il mio nome.
Mi alzo, incredula e confusa, e mi dirigo verso la porta che il medico gentilmente tiene aperta per me.
Entro nella stanza, il medico mi segue e raggiunge la scrivania, sedendosi di fronte a me.
Io ho ancora lo stupore dipinto sul viso.
Ma è incredibile... La parola del giorno è...

Medico
Significato: Chi esercita la professione medica
Dal latino medicus, a sua volta derivato di medeor "curo le malattie" .
Il rango eccelso del medico e il carattere sacro della guarigione sono propri di tutte le culture antiche: il medico era considerato un semidio, perché aveva ereditato un potere-sapere divino: quello di restituire la salute. L'onda lunga di tale aura di sacralità continua a manifestarsi in consuetudini medievali e ancora dei secoli successivi, come quella di elargire doni al medico: doni di gratitudine e di riverenza da parte del paziente, ma anche doni sostitutivi del compenso pecuniario.
Europa, inizio del XIV secolo: guai a confondere il medicus-physicus con il medicus-chirurgus.
Il medico-fisico era colui che conseguiva la Laurea in Medicina e Filosofia, titolo che a sua volta denunciava lo stretto legame strutturale tra le due discipline. La medicina occidentale, infatti, mutuò sin dalle sue origini ippocratico-galeniche schemi e principi argomentativi della filosofia, dai quali si affrancò soltanto gradatamente: Quod optimus medicus sit quoque philosophus ("Che il miglior medico sia anche filosofo").
 Il medico-chirurgo invece non disponeva della medesima preparazione accademica, né del medesimo titolo; aveva competenze diverse e spesso complementari a quelle del medico. Il chirurgo era adibito alle umili operazioni della  flebotomia e della chirurgia, non considerate degne di un medico.
Nel Trecento i chirurghi erano ammessi nell'Arte dei Medici e degli Speziali, dove ricoprivano ruoli decisionali importanti. Con la progressiva crescita di autoconsapevolezza della categoria dei medici-fisici, però, questi ultimi cominciarono a rivendicare anche a livello giuridico e statutario la specificità e l'autorevolezza delle proprie competenze, con il risultato che alla fine del secolo i chirurghi furono estromessi dall'Arte. Parallelamente si fecero sempre più restrittivi i criteri per poter esercitare la professione medica.
Tale tendenza si sviluppò anche in risposta all'estrema eterogeneità della categoria medica, nella quale figuravano empirici (medici che si ispiravano esclusivamente all'esperienza e all'osservazione diretta, trascurando le auctoritates della medicina classica), medici popolari, ciarlatani, pseudo-medici, che andavano ad aggiungersi a una "dimensione domestica della cura": ospedali, monasteri, e persino singoli privati si cimentarono nel corso dei secoli nella produzione di sciroppi ed elettuari (preparati farmaceutici da ingerire, ottenuti mescolando più sostanze, il cui sapore veniva poi addolcito con l'aggiunta di miele).
Accadeva spesso che medici e chirurghi si rimbeccassero fra di loro: del resto, se da una parte nel Cinquecento si cominciò a interrogarsi sul grado di "scientificità" della scienza medica, immaginiamo come potesse operare un chirurgo se le conoscenze anatomo-fisiologiche iniziavano appena allora ad aderire alla realtà del corpo!
E sull'affidabilità di medici e chirurghi si innesta il discorso sull'aspetto deontologico della professione medica. L'importanza del cosiddetto Giuramento di Ippocrate risiede nell'aver dotato di capisaldi morali la medicina, che proprio la scuola ippocratica per prima elevò a livello di "scienza". Ma non facciamoci ingannare dalla bontà di questo testo: i medici erano spesso accusati di fatto di incompetenza e avidità; lo stesso Galeno, medico greco vissuto nel II secolo d. C., lamentava che gli ammalati, per essere curati, non consultavano i medici, avventati e oltremodo ambiziosi, bensì i propri servi! E ancora Molière, nella commedia Amour médecin (1665), fa raccontare all'arguta serva Lisette di aver conosciuto un uomo che sosteneva un tale fosse morto di "quattro medici e due farmacisti"!
"... Allora, ha capito tutto, signora?"
"Come dice? Ah, sì, certo, ho capito... Grazie e arrivederci, medico... cioè, dottore!"

Questo contorno di peperoni, pomodori e cipolle, facile da preparare e molto gustoso, è un piatto tipico della cucina umbra, soprattutto di Perugia. E non credo serva un grosso sforzo di immaginazione per capire perché si chiama bandiera!

Bandiera perugina



Ingredienti per 2 persone:
200 g di cipolle bianche
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
2 foglie di alloro
1 spicchio d'aglio
400 g di peperoni verdi
300 g di pomodori Piccadilly maturi (oppure pomodori pelati)
sale

Preparazione:
Sbucciate le cipolle, tagliatele a rondelle e immergetele man mano in acqua fredda per circa 10 minuti. Scolatele e fatele appassire in padella a fuoco medio-basso con l'olio, l'aglio e l'alloro per 10 minuti, aggiungendo un goccio d'acqua se necessario.
Nel frattempo lavate i peperoni, eliminate i semi e i filamenti bianchi interni e tagliateli a listarelle. Togliete l'aglio dalle cipolle e unite i peperoni. Fate cuocere per circa 15 minuti, sempre a fuoco medio-basso e con il coperchio.
Mentre le cipolle e i peperoni cuociono, lavate i pomodori, fate un'incisione a croce nella buccia e sbollentateli per 30 secondi, poi scolateli, tuffateli in acqua fredda e lasciateli raffreddare. Pelateli, tagliateli in quarti e aggiungeteli ai peperoni e alle cipolle. Cuocete il tutto per circa 30 minuti a fuoco basso, coperto.
Togliete dal fuoco, salate e portate in tavola la bandiera calda o tiepida accompagnata da una bella torta al testo calda e fragrante tagliata a spicchi.


Questa ricetta partecipa al 100% GLUTEN FREE FRI(DAY) di Gluten Free Travel and Living.

I Love Gluten Free (FRI)DAY – Gluten Free Travel & Living

lunedì 19 settembre 2016

Torta morbida integrale ai fichi settembrini

"Pronto, sono Franci!... Sì, certo che vengo alla tua cena di fine estate con tutti gli amici, anzi vorrei anche portare una torta!... Quale, dici? Quella morbida con i fichi settembrini che ti ho fatto assaggiare l'anno scorso... Sì, sì, proprio quella buonissima con la farina integrale, il limone, il burro bavarese e la crosticina croccante... Però a questo punto dovrei chiederti una cosa... Sarebbe un problema se la torta arrivasse... ehm... con una fetta già tagliata?... Perché, dici? Ecco, è per la foto... Per il blog, sai... Vorrei pubblicare la ricetta e mi serve una foto della fetta tagliata... Sì, per mostrare l'interno della torta... Solo tagliata però, non la mozzico, giuro... La taglio e poi la rimetto a posto, non se ne accorgerà nessuno... Davvero posso?? Oh, grazie, sei una vera amica! Anzi, guarda, ti dedico il post!"

Torta morbida integrale ai fichi settembrini



ricetta originale di Eleonora

Ingredienti per uno stampo a cerniera di 24 cm:
250 g di farina integrale biologica
15 g di lievito istantaneo
1 g di sale fino
400 g di fichi settembrini freschi
4 uova a temperatura ambiente
1 cucchiaino di estratto liquido di vaniglia
120 g di burro bavarese morbido
120 g di zucchero di canna semolato
la scorza grattugiata di un limone non trattato
80 g di latte a temperatura ambiente
zucchero di canna Demerara per la superficie

Preparazione:
Preparate lo stampo. Ricoprite il fondo con un pezzo di carta da forno, incastrandolo tra il fondo rimovibile e il cerchio apribile della tortiera, dopodiché imburrate e infarinate tutto lo stampo, compresa la carta da forno.
Riunite in una ciotola la farina con il sale e il lievito setacciato. Mescolate bene il tutto con una frusta a mano.
Tagliate a pezzetti i fichi, tranne 4 che taglierete a spicchi.
Sbattete leggermente le uova con una forchetta e unitevi la vaniglia.
Montate il burro per qualche minuto, poi aggiungete lo zucchero semolato e montate fino a ottenere una crema soffice. Lo zucchero deve sciogliersi quasi del tutto nel burro.
Unite la scorza del limone e poi, continuando a montare, versate a filo le uova sbattute.
Aggiungete la farina e il latte, alternandoli e mescolando con una spatola per non smontare il composto.
Unite i fichi a pezzetti, amalgamandoli delicatamente con la spatola.
Versate il composto nello stampo e disponete sulla superficie i fichi tagliati a spicchi, premendoli leggermente nell'impasto senza affondarli. Spolverizzate tutta la superficie con lo zucchero Demerara.
Cuocete la torta in forno preriscaldato a 175° per 50 minuti circa. Lasciatela intiepidire prima di sformarla.


Gustatela tiepida a merenda, accompagnata da una tazza di tè, o a colazione... oppure tagliatene una fetta e portatela a una cena tra amici, ma mi raccomando: non mozzicatela!