venerdì 27 febbraio 2015

Punjabi egg masala con riso basmati, ovvero Curry di uova del Punjab

Il Punjab è uno Stato a vocazione agricola che si trova nel nord-ovest dell'India.
Il curry di uova è però un piatto popolarissimo in tutto questo sterminato Paese. Si tratta di uova rassodate che vengono fatte insaporire in una salsa per la quale ogni regione, ogni famiglia segue una propria ricetta. Se nel Nord si prepara prevalentemente con pomodoro e cipolla, al Sud la salsa è fatta con cocco e foglie di curry, mentre in alcune regioni si usa come base una pasta di senape e le uova lievemente rassodate vengono fritte prima di essere tuffate nella salsa.
Si serve comunemente accompagnato da riso bollito o dai tipici pani schiacciati.

Punjabi egg masala con riso basmati




Ingredienti per due persone:
Per le uova:
4 uova medie
curcuma in polvere
Per la salsa:
30 ml di olio extravergine d'oliva
1 bacca di cardamomo, schiacciata e aperta
1 pezzo di stecca di cannella (1 cm)
mezza cipolla, finemente tritata
2 cucchiaini di pasta aglio-zenzero (potete prepararla a casa frullando aglio e zenzero in uguale quantità e aggiungendo un goccio d'acqua fino a ottenere una crema densa)
200 g di polpa di pomodoro
1 cucchiaino colmo di coriandolo macinato
1/4 di cucchiaino di curcuma in polvere
mezzo cucchiaino di peperoncino in polvere (ma regolatevi a seconda del vostro gusto)
una punta di cucchiaino di garam masala *
una spruzzata di succo di limone
1 patata media, sbucciata e tagliata a pezzetti
prezzemolo tritato per guarnire
Per il riso:
100 g di riso basmati
190 ml di acqua
1 bacca di cardamomo, schiacciata e aperta
1 chiodo di garofano
un pezzetto di stecca di cannella (1 cm)
1 cucchiaio di olio extravergine d'oliva
* per questo ingrediente vedi qui

Preparazione:
Uova (metodo di cottura qui)
Mettete le uova fredde in una pentola e copritele con acqua fredda. Mettete la pentola sul fuoco a fiamma alta e senza coperchio e portate l'acqua a bollore pieno. Non appena l'acqua raggiunge la piena ebollizione togliete la pentola dal fuoco, mettete il coperchio e calcolate 10 minuti.
Trascorsi i 10 minuti, scolate le uova con un mestolo forato e battetele delicatamente su un piano per rompere il guscio, poi immergetele in una ciotola con acqua fredda e lasciatele raffreddare per almeno 1 minuto prima di sgusciarle.
Con un coltello affilato, praticate un taglio longitudinale su ogni uovo (senza arrivare a dividerle a metà), strofinatele con la curcuma in polvere e tenetele da parte.
Salsa
Scaldate l'olio in una padella dal fondo pesante a fiamma medio-alta, poi riducete il fuoco a medio, unite la bacca di cardamomo e la cannella e lasciateli sfrigolare per 10-12 secondi.
Aggiungete la cipolla e fatela cuocere per 6-8 minuti, finché non sarà dorata.
Unite ora la pasta di aglio e zenzero e cuocete per 1-2 minuti.
Abbassate il fuoco al minimo e unite la polpa di pomodoro, il coriandolo in polvere, la curcuma, il peperoncino e il garam masala, cuocendo il tutto a fuoco basso per 3-4 minuti.
Aggiungete le patate, coprite la pentola e cuocete per circa 10 minuti, aggiungendo poca acqua calda se la salsa tende ad attaccarsi al fondo della pentola.
Continuate la cottura a fuoco lento finché la salsa non sarà ristretta e avrà acquistato un bel colore rosso scuro, quasi marrone, e le patate non saranno quasi del tutto cotte.
Unite le uova e cuocete ancora da 5 a 7 minuti. Aggiungete altra acqua se desiderate una salsa più liquida, regolate di sale e completate con una spruzzata di succo di limone.
Spegnete il fuoco e lasciate riposare almeno 2 ore prima di servire, decorando il piatto di portata con prezzemolo tritato.
Riso (metodo di cottura qui)
Pesate il riso, versatelo in una ciotola e lavatelo sotto l'acqua corrente rigirandolo più volte con la mano. Scolatelo e ripetete l'operazione finché l'acqua non diventa quasi limpida (anche 5 volte...)
Mettete il riso a bagno in abbondante acqua pulita per almeno 20 minuti (o più, a seconda della qualità del riso). Scolatelo e lasciatelo nel colino fino al momento di cuocerlo.
Versate 190 ml di acqua in una pentola dal fondo pesante (per 100 grammi di riso va bene una pentola da 2,5 litri di capacità, larga circa 18 cm), aggiungete il sale e portate a ebollizione a fuoco medio.
Appena l'acqua comincia a bollire versate il riso ben scolato, unite la cannella, il chiodo di garofano e la bacca di cardamomo e alzate la fiamma per far riprendere l'ebollizione.
Riabbassate la fiamma al minimo, versate l'olio e coprite la pentola con il coperchio lasciando aperta una fessura di un paio di millimetri per far uscire il vapore.
Cuocete in questo modo per 10 minuti, poi spegnete il fuoco, chiudete completamente con il coperchio e lasciate che il riso termini la cottura a vapore per altri 10 minuti (ma anche di più) senza aprire la pentola.
Prima di servire il riso, sgranatelo delicatamente con la punta di una forchetta e versatelo in un recipiente man mano che lo sgranate.


Questa ricetta partecipa al 100% GLUTEN FREE FRI(DAY) di Gluten Free Travel and Living.

I Love Gluten Free (FRI)DAY – Gluten Free Travel & Living

martedì 24 febbraio 2015

Risotto al panettone

Mattina di una domenica qualunque.
Anzi, no. Non una domenica qualunque.
Mattina del primo compleanno del blog.
Voglia di mangiare qualcosa di speciale per pranzo.
Purché sia pochissimo impegnativo.
Vogliamo festeggiare, mica morire in cucina! :D
Mentre sono assorta in queste considerazioni, una ricetta mi tira per la manica.
Una di quelle ricette che leggiamo e archiviamo sullo scaffale della nostra mente destinato alle ricette che faremo, un giorno, quando si realizzeranno tutte le condizioni.
E che poi rischiamo magari di dimenticare, seppellendole sotto montagne di altre ricette in attesa.
Ma che non si dimenticano di noi, e un bel giorno spuntano fuori dallo scaffale, ricordandoci col loro tirarci imperioso per la manica della giacchetta che il loro momento è arrivato.
Nel tuo forno c'è un pezzo di panettone. L'ho visto.
"Sì, e allora?"
Allora hai tutti gli ingredienti. Devi farmi.
"Ma non posso usare quel pezzo di panettone. Le indicazioni sono chiare: fatelo solo se il panettone è buono. E lo sai che qui buono significa quanto meno fatto in casa."
Sì, ma tu il panettone non lo sai fare.
"Non lo so ancora fare. Ma sto imparando e un giorno farò panettoni, pandori, colomb..."
Come no! Peccato che quel giorno non lo si veda neanche col telescopio! Senti, facciamo una cosa. Hai detto che vuoi preparare qualcosa di speciale ma non troppo impegnativo. Il tempo ce l'hai, gli altri ingredienti ci sono tutti. Perché intanto non mi provi con il panettone che hai, giusto per farti un'idea? Poi, se ti piaccio, potrai rifarmi con il panettone fatto in casa, e se non ti piaccio mi dimenticherai. Che ne pensi?
"Penso che potrei tentare. Magari in questo modo nobilitiamo quel pezzo di panettone!"

Risotto al panettone



ricetta di Piero

Ingredienti per due persone:
160  g di riso Arborio
60 g di burro
100 g di panettone sbriciolato
1 l circa di brodo vegetale bollente
60 g di parmigiano grattugiato
paprika piccante
erba cipollina fresca tagliata a rondelle
qualche bacca di pepe rosa

Preparazione:
Versate il riso in una larga padella antiaderente e fatelo tostare a fiamma media per 3-4 minuti.
Aggiungete 20 g di burro, e quando sarà sciolto unite 80 g di panettone. Fate tostare tutto insieme per qualche minuto.
Versate un po' di brodo, mescolate delicatamente, e portate a cottura il riso aggiungendo il brodo poco per volta.
Aggiungete la paprika piccante, mantecate con il burro rimasto e il parmigiano e regolate di sale.
Nel frattempo tostate il panettone restante in un padellino antiaderente su fuoco medio, mescolando spesso, finché le briciole non saranno diventate dorate e croccanti. Fatele raffreddare in un piattino e tenetele da parte.
Impiattate il risotto cospargendo i piatti con l'erba cipollina, le briciole di panettone, qualche bacca di pepe rosa e se volete una spruzzata di paprika.

venerdì 20 febbraio 2015

Zuppa di cavoletti e fagioli alla giulianese

C'è stato un tempo in cui il cavolo nero non lo conosceva nessuno.
Non in Palude, almeno.
Se ne sentiva parlare.
Le riviste pubblicavano ricette.
Ne parlava la televisione.
Ma chi l'aveva mai visto!
Poi, un giorno, la notizia si sparse.
Al mercato vendono il cavolo nero!
La gente accorreva a frotte per vederlo, comprarlo, cucinarlo.
Andai anch'io, curiosa di incontrare lui, il misterioso ortaggio protagonista delle chiacchiere culinarie del momento.
Lui, il re della ribollita toscana.
Davanti al banco del contadino che lo esponeva fieramente, la ressa.
Telecamere, microfoni, macchine fotografiche.
Al centro dell'attenzione di tutti, sotto la luce di un paio di riflettori, lui rispondeva alle domande dei giornalisti e dispensava sorrisi e autografi a quanti lo circondavano, emozionati e stupiti di trovarsi alla presenza di un tale personaggio.
Io mi infilo tra la folla, e tra spintoni e gomitate riesco a farmi largo fino ad arrivare proprio di fronte a lui.
Quale sorpresa!
"Ma tu sei... il cavoletto di Velletri!!!"
Mi guarda sorridendo.
Ti stavo aspettando. Ce ne hai messo di tempo per arrivare!

Trent'anni fa, a Colle dei Marmi, contrada del comune di Velletri, in quella zona della provincia di Roma chiamata Castelli Romani, nota per il vino, per le ciambelline, per i laghi vulcanici... e per i cavoletti.
Sul retro della casa in campagna dei nonni, appese al muro esterno della cantina, sono allineate in fila le gabbiette dei conigli, protette dall'orlo del tetto spiovente.
Di fronte alla fila di gabbie, il pollaio dove razzolano le galline e un gallo.
Al centro, io, con in mano un mazzo di cavoletti.
Infilo una foglia tra le maglie della recinzione del pollaio.
Subito le gallinelle accorrono a beccarla, e in pochi secondi mi resta in mano soltanto la lunga e dura costa centrale.
Volto le spalle al pollaio e incastro la costa della foglia nelle strette maglie della rete di una gabbietta.
A balzi, un coniglio si avvicina, fiuta la costa e comincia a rosicchiarla.
"Nonna, perché ai coniglietti diamo solo le coste dei cavoletti e non anche le foglie?"
"Perché le foglie dei cavoletti sono bagnate di pioggia e poi ai coniglietti viene il mal di pancia."
Il coniglio rosicchia la sua costa fin dove può.
Lo spuntone rimasto all'esterno della rete ondeggia e cade a terra.
L'animale schiaccia il muso contro la rete, poi si allontana saltellando verso il fondo della gabbietta.
Io osservo le foglie dei cavoletti ancora tra le mie mani.
Sulla larga superficie bitorzoluta, dal colore verde scuro, quasi blu, luccica una goccia d'acqua.

A Velletri la zuppa di cavoletti si fa con le patate, il pane e il baccalà.
Questa ricetta è una variante che si prepara a Giulianello, frazione del comune di Cori in provincia di Latina, che da Velletri dista solo pochi chilometri.

Zuppa di cavoletti e fagioli alla giulianese



ricetta presentata dalla Condotta Slow Food di Cori-Giulianello in occasione di "Gastronomica",
manifestazione dedicata alla produzione agroalimentare dell'Agro Pontino
svoltasi a Latina nel novembre 2014

Ingredienti per tre persone:
1 spicchio d'aglio
mezza cipolla
mezza costa di sedano con le foglie
peperoncino tritato
3-4 cucchiai di olio extravergine d'oliva
1 patata grande
20 g di finocchietto
300 g di cavoletti puliti
350 g di fagioli borlotti lessati
400 g di polpa di pomodoro
mi sono avvalsa della facoltà di aggiungere ingredienti a mia scelta ;o) e ho unito:
1 cucchiaio di semi di finocchio
2 foglie di alloro
perché trovo che rendano i legumi più facilmente digeribili... ma forse è solo una mia impressione! :D

Preparazione:
In una pentola ampia riunite l'aglio, la cipolla tritata, il sedano tritato, i semi di finocchio, le foglie di alloro spezzate a metà e il peperoncino e fate stufare le verdure a fuoco medio.
Aggiungete la patata tagliata a pezzetti insieme al finocchietto lavato e tritato grossolanamente e fate insaporire per alcuni minuti, mescolando per non far attaccare il tutto.
Unite i cavoletti tagliati a pezzetti, lasciateli appassire a fiamma bassa e pentola coperta, poi aggiungete i fagioli con il loro liquido di cottura e la polpa di pomodoro.
Coprite a filo con acqua calda e fate cuocere a fuoco medio-basso per circa mezz'ora.
La zuppa deve  rimanere piuttosto brodosa e i cavoletti leggermente croccanti.
Versate la zuppa nei piatti individuali e servitela calda.


Questa ricetta partecipa al 100% GLUTEN FREE FRI(DAY) di Gluten Free Travel and Living.

I Love Gluten Free (FRI)DAY – Gluten Free Travel & Living

martedì 17 febbraio 2015

Fusilli integrali con tonno, arancia e cucunci

I cucunci, detto alla siciliana, sono i frutti della pianta del cappero (Capparis spinosa), della quale siamo più soliti consumare i boccioli, i capperi appunto.
Presso il banco del mercato che li vende, qui in Palude, li chiamano "capperi giganti", e io non mi ero resa conto di quanto impropria fosse questa denominazione finché non ho letto l'illuminante post di Elisa, al quale vi rimando per scoprire una quantità di informazioni interessanti sui capperi, sulla loro raccolta e sulla loro lavorazione, nonché una ricettina di pizza davvero niente male che Gaudio e Magno hanno immediatamente replicato... e mangiato con grande soddisfazione!
Io ho invece utilizzato i cucunci per una ricettina sfiziosa e issima... facilissima, velocissima e leggerissima!

Fusilli integrali con tonno, arancia e cucunci



Ingredienti per due persone:
150 g di fusilli integrali (biologici)
135 g di filetti di tonno all'olio d'oliva, sgocciolati ma non troppo
10-15 cucunci
2 arance piccole non trattate
olio extravergine d'oliva

Preparazione:
I cucunci che compro io si vendono sfusi e hanno uno spiccato sentore di aceto e di sale. Li conservo in frigorifero in un barattolo di vetro col tappo, immersi in una soluzione di acqua e aceto al 50%. Per preparare questa ricetta li lascio immersi in acqua per un'oretta prima di unirli al condimento, in modo che il sentore di sale e di aceto si alleggerisca.
Cuocete i fusilli in abbondante acqua salata.
Nel frattempo sbriciolate con la forchetta metà del tonno in un'insalatiera, lasciando l'altra metà a pezzi più o meno compatti, e unite i cucunci, tagliandoli a pezzi se sono grandi. Lasciate da parte i più piccoli per la decorazione finale.
Usando un rigalimoni ricavate delle striscioline di scorza da un'arancia e mezza e aggiungetele nell'insalatiera.
Condite con un paio di cucchiaini dell'olio del tonno e mescolate.
Scolate i fusilli senza sgrondarli troppo e versateli immediatamente nell'insalatiera, mescolate bene, aggiungete un filo di olio extravergine d'oliva, mescolate ancora e distribuite la pasta nei piatti individuali.
Decorate con i cucunci messi da parte e con le striscioline ricavate dalla scorza della mezza arancia rimasta.


venerdì 13 febbraio 2015

Zuppa di cavolo cinese e fagioli cannellini

Mattina di un giorno qualunque, al mercato ortofrutticolo.
Sul banco di un'azienda biologica locale noto un ortaggio diverso.
"E' un radicchio Pan di zucchero, quello?"
"No, è un cavolo cinese."
"Un cavolo cinese? Uhm, mai assaggiato...  Come si cucina?"
"Come il cavolo cappuccio, ma ha un sapore più dolce."
Nella mia mente si aprono scenari tripudianti di minestre...
Il cavolo cinese deve essere mio!


Con il cavolo cinese è stato amore al primo assaggio.
Gustoso e delicato, è stato protagonista di innumerevoli cene a casa Gaudiomagno.
Questa minestra, in cui è l'ingrediente principale insieme ai fagioli cannellini, è una delizia che invito tutti a provare!

Zuppa di cavolo cinese e fagioli cannellini



Ingredienti per 3 persone:
4 cucchiai di olio extravergine d'oliva
1 cucchiaio di semi di finocchio
mezza cipolla (65 g)
1 cucchiaino di harissa *
870 g di cavolo cinese pulito
200 g di polpa di pomodoro
480 g di fagioli cannellini cotti
100 g di pane integrale (senza glutine per chi deve evitarlo)
* per questo ingrediente vedi qui

Preparazione:
In una casseruola ampia antiaderente scaldate l'olio, aggiungete i semi di finocchio e fateli saltare a fiamma medio-bassa per 2 minuti (attenzione a non farli bruciare).
Unite la cipolla tritata e l'harissa e fate cuocere a fiamma bassa finché la cipolla non sarà appassita.
Aggiungete il cavolo cinese, lavato e tagliato a listarelle sottili. Mescolate, mettete il coperchio e lasciate stufare il cavolo cinese finché non sarà morbido ma ancora lievemente croccante.
Unite il pomodoro e i fagioli con il loro liquido di cottura e cuocete a fuoco basso e con il coperchio fino alla completa cottura del cavolo cinese.
Regolate di sale e servite la zuppa nelle ciotole individuali sul pane tagliato a dadini.


Questa ricetta partecipa al 100% GLUTEN FREE FRI(DAY) di Gluten Free Travel and Living.

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venerdì 6 febbraio 2015

Torta stregata al cioccolato con salsa felice al cacao

"Amore, che torta vorresti per il tuo compleanno?"
"Vorrei una torta porca."

Non so a voi cosa faccia venire in mente l'espressione una torta porca.
A me è venuto in mente questo:


E questo:


E anche questo:


E perché non questo??


Che ne dite, vi sembra abbastanza porca... o la dovrei porcare di più? :D

Torta al cioccolato e Strega con salsa al cacao

la ricetta della torta è tratta da "Monografie del gusto. Il cioccolato"
quella della salsa da qui
entrambe con piccole modifiche


Ingredienti
Per la torta (stampo da 24 cm di diametro, alto 6 cm)
300 g di cioccolato fondente al 72% di cacao
125 g di burro
100 g di zucchero
6 uova a temperatura ambiente
6 cucchiai di Strega
cacao amaro in polvere e burro per lo stampo
Per la salsa
140 g di zucchero mascobado *
60 g di cacao amaro in polvere
un pizzico di sale
100 g di acqua
mezzo cucchiaio di succo di limone
un cucchiaino di estratto liquido di vaniglia *
(* per questo ingrediente vedi qui)

Preparazione
Per la torta
Spezzettate il cioccolato e mettetelo in un pentolino insieme al burro tagliato a pezzetti.
Ponete il pentolino in una pentola più grande contenente un po' d'acqua, in modo che l'acqua non tocchi il fondo del pentolino.
Su fuoco minimo e prestando attenzione a che l'acqua non bolla e non entri nel pentolino, lasciate sciogliere completamente il cioccolato e il burro mescolando ogni tanto con una spatola di silicone, finché il composto non sarà diventato omogeneo e cremoso.
Nel frattempo imburrate lo stampo e spolverizzatelo con il cacao amaro in polvere.
Montate i tuorli con lo zucchero fino a ottenere un composto chiaro e spumoso.
Incorporate il cioccolato fuso con il burro e, sempre mescolando, lo Strega.
Montate a neve gli albumi e incorporateli al composto un po' per volta, mescolando delicatamente dal basso verso l'alto con una forchetta.
Versate nella teglia e infornate in forno preriscaldato a 180° per circa 55 minuti.
Sfornate e lasciate raffreddare nella teglia, poi sformate la torta e trasferitela su una gratella per dolci fino al raffreddamento completo.
Per la salsa
Preparate la salsa mentre la torta termina il raffreddamento.
Mescolate in un pentolino lo zucchero con il cacao e il sale.
Aggiungete pian piano l'acqua con il succo di limone, sempre mescolando con una frustina.
Unite l'estratto di vaniglia e mescolate finché il tutto è omogeneo.
Mettete su fuoco medio-basso, mescolando continuamente.
Appena la salsa prende un leggerissimo bollore, abbassate il fuoco al minimo e mescolate ancora per 10-15 minuti.
Fate raffreddare mescolando ogni tanto finché la salsa non si addensa abbastanza da poter essere versata sulla torta.
Trasferite la torta sul piatto di portata e versatevi sopra la salsa, colmando la depressione centrale e ricoprendo tutta la superficie, avendo cura di farla anche traboccare leggermente dai bordi.

Se la fate nel pomeriggio per la sera, non appena avrete tagliato e sollevato la prima fetta la salsa si riverserà nel piatto, inondandolo con una scurissima colata di piacere puro, che potrete raccogliere a cucchiaiate o lasciare nel piatto.
Se invece le date tempo fino al giorno dopo, il piacere puro si addenserà formando sopra la torta uno strato di pura goduria.
Consiglio vivamente di fare questa torta più volte in modo da regolarsi con la quantità di salsa da versarci sopra!
Dopo averla fatta cinque volte posso dire che secondo me la quantità ideale di salsa è circa tre quarti della dose.
Ma è questione di gusto personale.
E di quanto porca la volete! :D

La prima volta che ho preparato questa torta ho usato uno stampo da 22 cm e l'ho lasciata cuocere meno di quanto ho indicato nella ricetta.
Il risultato è stato che la torta è collassata, sedendosi su se stessa.
I bordi si sono piegati e afflosciati, dando alla torta un curioso aspetto da delfino o da canotto.
Qualcuno mi ha addirittura chiesto se si trattasse di due torte, disposte una sull'altra.
Io guardavo la mia torta seduta ed ero felice.
Anzi, felicissima.
Perché, se tutto fosse filato liscio, come avrei potuto scattare queste foto? ;o)


Quasi quasi la prossima volta la faccio sedere apposta!

Questa ricetta partecipa al 100% GLUTEN FREE FRI(DAY) di Gluten Free Travel and Living.

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martedì 3 febbraio 2015

Biscotti al mais e mandarino

"Cos'è quello?"
"Quello cosa, amore?"
"Quel cilindro giallino avvolto nella pellicola che è comparso nel nostro frigorifero."
"Ah, quello! Ma niente..."
"Come, niente? E' opera tua, confessa!"
"Ma no, amore... E' giusto un impastino... appena qualche biscottino..."
"Ecco, lo sapevo! In questa casa si cucina solo per il blog! Non si cucina più per noi!"
"Cosa, cosa? Chi è che appena ieri si è lamentato che in questa casa non c'è niente di dolce, ma come è possibile, nemmeno un biscottino, come è potuto succedere, che scandalo? Li sto facendo solo per te, i biscotti al mandarino di Monique!"
... Non certo perché dal momento in cui ho visto quella ricetta non ho fatto altro che falcheggiare i mandarini del nostro albero nell'attesa che maturassero! ;o)

Biscotti al mais e mandarino



ricetta di Monique

Ingredienti:
125 g di burro molto morbido
110 g di zucchero a velo
buccia grattugiata di 3 mandarini non trattati
55 g di farina di mais fioretto
225 g di farina 00
60 ml di succo di mandarino

Preparazione:
In una ciotola sbattete il burro con lo zucchero (usate le fruste elettriche, il cucchiaio di legno, la planetaria o qualsiasi cosa funzioni per voi) fino a renderlo chiaro, gonfio e spumoso.
Con il cucchiaio di legno incorporate la buccia di mandarino e le farine mescolate tra loro, poi il succo di mandarino, versandolo nell'impasto a poco a poco.
Trasferite l'impasto su un piano di lavoro spolverato con poca farina di riso e formate velocemente un cilindro, avvolgetelo nella pellicola per alimenti e mettetelo in frigo per tutta la notte.
Al momento di cuocere i biscotti, accendete il forno (statico) a 180°. Con un coltello affilato tagliate il cilindro in fette di circa 7 mm di spessore e disponetele sulla placca del forno ricoperta di carta da forno distanziandole di circa 3 cm.
Cuocete i biscotti per 15 minuti o fino a quando i bordi si saranno leggermente scuriti. Sfornateli e lasciateli raffreddare sulla placca prima di trasferirli su una griglia fino al completo raffreddamento.


Prima sono andati via i due culetti.
Chiaro, dovevo controllare che fossero ben cotti.
E anche rendermi conto delle diverse consistenze assunte dai biscotti durante il raffreddamento.
E poi dovevo studiare le differenze tra i due culetti e le fette.
Poi c'è stato l'assaggio del biscotto raffreddato.
La prova della foto, con un biscotto artisticamente spezzato in primo piano.
Che purtroppo non si è spezzato molto artisticamente, per cui ho dovuto sacrificarlo.
La foto definitiva, con una pila di biscotti tenuti insieme da laccetti colorati e spicchi di mandarino intorno al biscotto spezzato a regola d'arte.
Smontando il set, non potevo mica mettere il biscotto spezzato nel barattolo di vetro insieme agli altri.
Meno che mai potevo metterci i vari frammenti.
Il secondo barattolo di vetro, ché non ci stanno tutti in un barattolo solo.
E poi c'è stato il battesimo dei biscotti nella tazza di tè delle cinque del pomeriggio.
E il marito che torna dal lavoro... un biscotto insieme, dopo cena, ci sta tutto.
E mica posso tenere impegnato un barattolo di vetro soltanto per quei due biscotti che sono rimasti... ;o)


L'essenza del mandarino fatta biscotto.
Un profumo da restare col naso infilato nel barattolo per ore.
Un sapore da restare con un biscotto infilato in bocca per sempre.
Croccanti e gustosi, con i granellini di farina di mais che cantano sotto i denti.


Sono finiti.
I mandarini dell'albero, anche.
Tra dieci mesi li rifaccio! :o)