venerdì 31 ottobre 2014

Sformato di funghi e formaggio al vetro con fiori di zucca e pomodori secchi

Un giorno di tanti anni fa, a casa di amici, su nel Nord.
Piove, e per far passare il tempo ci si dedica alla cucina.
Oggi gnocchi!, anche se non è giovedì.
Prendiamo le patate, le laviamo, le mettiamo in una pentola, le copriamo di acqua fredda, mettiamo la pentola sul fornello, accendiamo il gas, portiamo a ebollizione, le cuociamo per trenta minuti, spegniamo il gas, scoliamo le patate e le peliamo.
Anzi, no.
Non le peliamo.
"Aspetta, Franci! Non le pelare! Ho comprato un attrezzo favoloso per eliminare la buccia delle patate senza scottarsi le dita! Vedrai, è un oggetto fantastico! E usarlo è semplicissimo! Le patate si puliscono perfettamente e le dita non si bruciano! Devi assolutamente comprarlo anche tu!"
L'amica corre a prendere il meraviglioso oggetto e mi mostra il funzionamento.
Basta inserire una patata nell'apposito alloggiamento e premere una leva.
Tutto il resto, l'attrezzo lo fa da sé.
La buccia, sottilissima, resta nello scomparto delle patate, dal quale può essere rimossa con estrema facilità.
La patata esce da sola dall'attrezzo, perfettamente pelata.
E anche perfettamente schiacciata.
Quanto a me, potevo forse lasciare che la mia cucina rimanesse priva di un tale fantastico oggetto?
Decisamente no! ;o)

Sformato di funghi e formaggio al vetro con fiori di zucca e pomodori secchi



ricetta originale di Silvia

Ingredienti per 4 persone:
500 g di patate di media grandezza
1 mazzetto di prezzemolo
1 spicchio d'aglio
4 cucchiai di olio extravergine d'oliva
1 rametto di timo fresco
500 g di finferli (o galletti o come li volete chiamare)
50 g di parmigiano grattugiato
110 g di silano
50 g di scamorza bianca (non affumicata)
4 mezzi pomodori secchi sott'olio
6 fiori di zucca
3 uova
farina di mais fioretto
poco burro

Preparazione:
Mettete le patate in una pentola senza sbucciarle, copritele di acqua fredda, portate a ebollizione e cuocete a fuoco basso finché le patate non saranno morbide nel centro (circa 30 minuti).
Scolatele, tagliatele immediatamente a metà e ponetele, senza pelarle, in uno schiacciapatate con la parte tagliata verso il basso.
Schiacciate le patate, raccogliendo la polpa in una ciotola larga. Eliminate la buccia dallo schiacciapatate e procedete in questo modo fino a schiacciare tutte le patate.
Pulite i funghi strofinandoli delicatamente con un panno umido e tagliateli a pezzetti.
Tritate al coltello il prezzemolo e l'aglio e fateli cuocere in una padella ampia con l'olio a fuoco basso, senza far dorare l'aglio, per 5 minuti.
Unite i funghi e cuocete a fuoco basso e padella coperta, mescolando, per 10 minuti. Regolate di sale.
Lasciate metà dei funghi nella padella e tenete da parte l'altra metà, suddividendola equamente in due ciotoline (complicato? Ma no! Metà + un quarto + un quarto! ;o) )
Grattugiate il silano e la scamorza con la grattugia a fori larghi.
Sgocciolate i pomodori dall'olio, tamponateli con carta da cucina e tagliateli a pezzetti.
Mondate i  fiori di zucca, divideteli in filetti e tagliateli a pezzi.
Sbattete leggermente le uova e unitele alle patate schiacciate, amalgamando il tutto con un cucchiaio di legno.
Unite poi i formaggi grattugiati, i pomodori secchi, i fiori di zucca e infine un quarto dei funghi cotti (prima ciotolina), mescolando bene dopo ogni aggiunta.
Oliate una pirofila di vetro e disponete sul fondo la metà del composto, pressando con una forchetta.
Ricoprite con la metà dei funghi cotti (quelli rimasti nella padella), prestando attenzione a che i funghi siano a contatto con il vetro lungo tutte le pareti della pirofila.
Coprite infine con il composto rimasto, pressando e lisciando la superficie con la forchetta.
Spolverate lo sformato con la farina di mais e distribuite il burro in fiocchetti sula superficie.
Cuocete in forno preriscaldato a 180° per 30 minuti o fino a quando la superficie sarà diventata croccante e dorata.
Sfornate e cospargete lo sformato con i funghi rimasti (seconda ciotolina).
Servite dopo una decina di minuti.

A proposito: ma se lo sformato resta nella pirofila, perché si chiama "sformato"? ;o)


Questa ricetta partecipa al 100% GLUTEN FREE FRI(DAY) di Gluten Free Travel and Living.

I Love Gluten Free (FRI)DAY – Gluten Free Travel & Living

Con questa ricetta partecipo al contest "Ricette d'Autunno" del blog A tutto pepe.

martedì 28 ottobre 2014

Focaccia ripiena in padella con (e senza) esubero di pasta madre... e un sabato speciale!

Pomeriggio di un sabato qualunque, in casa GaudioMagno, all'ora del tè.
"Sono così felice che finalmente sia capitata questa occasione..."
"... e quindi tu viaggi in treno ogni giorno per andare al lavoro?"
"Sì, non è un servizio da tè per sei, ma sono tre servizi da colazione per due... volevo tazze grandi e rotonde..."
"Buoni, questi biscottini!"
"Scusa, lo so che non si fa in casa d'altri, ma posso andare in bagno?"
"Cosa hai messo in questi dolcetti? Sento delle spezie..."
"... in realtà Tamara sono io, ma nessuno lo sa..."
"Ma davvero è solo la seconda volta che vi incontrate?"
"... e tra l'altro credo di non aver risposto a una domanda che mi hai fatto in un commento..."
"... queste due venivano tutti i giorni a fare salotto sul mio blog..."
"... ero molto incuriosita da questo lievito e quindi ho provato a usarlo per fare anche altre cose..."
"... ricordo che mi hai scritto qualcosa a proposito di un pane che non riuscivi a fare..."
"... alla fine le focaccine le ho fatte e mi sono piaciute moltissimo..."
"Di' la verità, che quando quel lievito è morto tu hai pianto!"
...

Beh, forse non "un sabato qualunque".
Un sabato molto speciale, in cui le conversazioni si incrociano e si intrecciano al di sopra di tazze di tè, cantucci con le mandorle, dolcetti speziati e un'improbabile torta di mele, in casa GaudioMagno.
Un sabato reso speciale non dalle tazze di tè, né dai cantucci con le mandorle, né dai dolcetti speziati, né tantomeno dall'improbabile torta di mele.
E neanche da casa GaudioMagno.
Sono le voci di sei colleghi a renderlo speciale.
Non colleghi di lavoro.
Colleghi di passione.
Maria TeresaSilviaTamara (che non c'era ma c'era), Piero (che c'era due volte), FrancescaMagno e Gaudio.
Grazie a ognuno di voi per averlo condiviso e per averlo reso possibile... e speciale!


Per coerenza, ora dovrei riportare la ricetta dei cantucci con le mandorle, o quella dei dolcetti speziati, o quella dell'improbabile torta di mele.
Sempre per coerenza, avrei dovuto pubblicare questo post subito dopo il sabato speciale, non dopo più di due settimane!
Quindi, visto che non posso essere coerente una volta sì e una no (non sarebbe coerente!), scelgo una ricetta diversa e la dedico in maniera speciale proprio a quei colleghi di passione, perché contiene un ingrediente speciale che ci accomuna tutti, pur nelle rispettive diversità: la pasta madre!
E per quelli dei miei venticinque lettori che non hanno in casa il lievito madre trascrivo anche la versione originale della ricetta, tratta dal blog La Cucina dello Stivale: io ho provato entrambe le versioni... e le adoro tutte e due!

Focaccia  ripiena in padella con (e senza) esubero di pasta madre



Ingredienti per una padella di circa 24 cm di diametro:
Per la pasta
250 g di farina 0
75 ml di latte
60 ml di acqua (potrebbe servirne di più o di meno a seconda delle caratteristiche della farina)
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
mezzo cucchiaino di sale fino
50 g di licoli non rinfrescato (oppure mezza bustina di lievito istantaneo per torte salate)
Per il ripieno
Sarei tentata di scrivere "Svuotate il frigo e metteteci tutto quello che trovate a vagare lì dentro", perché il concetto è questo... Ma mi dicono che non sarebbe professionale, per cui vi do un suggerimento, a puro titolo di esempio!
200 g di ricotta di mucca
qualche fetta di salame piccante
5 fiori di zucca
1 melanzana lunga media
2 zucchine medie

Preparazione:
Pasta con licoli:
Mettete la farina in una ciotola, formate una fontana nel centro e versatevi il licoli, il latte, l'acqua e l'olio.
Mescolate il tutto con una forchetta, poi trasferite su un piano di lavoro e cominciate a impastare a mano. Se sentite che l'impasto tende ad essere appiccicoso, infarinatevi le mani man mano che lo lavorate. Se invece lo sentite troppo asciutto e duro, ogni tanto appiattitelo leggermente, spalmatelo con poca acqua, arrotolatelo e riprendete a lavorarlo.
Dopo circa 10 minuti che impastate, appiattitelo leggermente e spolverizzatevi sopra il sale, poi arrotolatelo e riprendete a impastare.
Lavoratelo per circa 20 minuti, o finché non sarà diventato omogeneo e liscio.
Formate con l'impasto due panetti di cui uno di 150 grammi, metteteli in due ciotole (io uso dei contenitori squadrati in vetro per controllare l'aumento di volume), copritele con un piatto, con un coperchio o con la pellicola e lasciate che l'impasto lieviti fino al raddoppio del volume o fino a quando decidete di usarlo (ma aspettate almeno 30 minuti!).
Pasta con lievito istantaneo:
Mettete la farina in una ciotola, mescolatela con il sale e il lievito istantaneo setacciato, formate una fontana nel centro e versatevi il latte, l'acqua e l'olio.
Mescolate il tutto con una forchetta, poi trasferite su un piano di lavoro e cominciate a impastare a mano. Se sentite che l'impasto tende ad essere appiccicoso, infarinatevi le mani man mano che lo lavorate. Se invece lo sentite troppo asciutto e duro, ogni tanto appiattitelo leggermente, spalmatelo con poca acqua, arrotolatelo e riprendete a lavorarlo.
Lavoratelo per circa 20 minuti, o finché non sarà diventato omogeneo e liscio.
Formate con l'impasto due panetti di cui uno di 150 grammi, avvolgeteli nella pellicola e lasciateli riposare per almeno 30 minuti.
Ripieno:
Lavate e asciugate le verdure, sbucciate la melanzana e tagliate melanzana e zucchine a fette di circa mezzo cm.
Conditele con sale e olio, massaggiatele con le mani, versatele sulla leccarda del forno coperta di carta da forno e cuocetele in forno preriscaldato a 220° per 20 minuti, ponendo la leccarda sul secondo livello del forno partendo dall'alto.
Mondate i fiori di zucca e divideteli in filetti.
Setacciate la ricotta e mescolatela con il salame tagliato a listarelle.

Una volta che sarete pronti a stendere l'impasto, stendete sottilmente il panetto più grande dandogli una forma circolare. La pasta deve essere sottile, altrimenti i bordi non si cuoceranno bene.
Ungete la padella con un po' di olio e stendetevi il disco di pasta .
Farcite con il ripieno.
Stendete nello stesso modo il panetto più piccolo, coprite il ripieno e sigillate bene la focaccia, ripiegando i bordi della base.
Cuocete la focaccia a fuoco medio-basso, 10 minuti per lato.


Ho scritto che adoro entrambe le versioni di questo impasto, ed è vero.
Ma farlo con il licoli per me è speciale.
Al punto che se non ho un esubero di licoli... me lo faccio esuberare apposta!

Varianti alla ricetta base


Vi propongo qui alcune varianti.
Questo elenco viene aggiornato man mano che le proviamo, perciò ogni tanto tornate a dare un'occhiata!

Impasto
Qui si può variare la quantità di lievito utilizzata, se usate il lievito naturale, in funzione di quanto tempo avete a disposizione per lasciarlo lievitare e della temperatura dell'ambiente. Più è calda la stanza, più è lunga la lievitazione, meno lievito userete.
Per quanto riguarda gli ingredienti, ecco alcune idee:
Impasto con farina integrale e semi
125 g di farina 0
125 g di farina integrale
semi di sesamo
semi di papavero
e il resto come da ricetta base, con l'avvertenza che la farina integrale potrebbe assorbire un po' di acqua in più.
Impasto integrale
25 g di licoli (o il doppio, se fa molto freddo)
85 g di farina integrale
170 g di farina semintegrale (tipo 2)
140 g di acqua
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
mezzo cucchiaino di sale fino
Impasto al farro (il mio preferito!)
125 g di farina 0
125 g di farina integrale di farro
mezza bustina di lievito istantaneo o un po' di licoli
mezzo cucchiaino di sale fino
75 g di latte
70 g di acqua
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva

Ripieno
Qui non esistono dosi precise, poiché essendo una ricetta di recupero tutto dipende da cosa si trova rovistando nel frigorifero!
Ricotta e cavolo nero
Mescolate la ricotta e il cavolo nero, lessato e sminuzzato, con un uovo, formaggio grattugiato, sale e noce moscata.
Cavolo cappuccio, funghi champignon, salsiccia e scamorza affumicata
Cuocete il cavolo cappuccio come descritto qui, ma senza condimento. Lasciatelo raffreddare e tagliatelo a pezzetti.
Nel frattempo pulite i funghi, affettateli e metteteli in una padella antiaderente senza condimento. A fiamma media fate loro perdere l'acqua di vegetazione, scolateli e teneteli da parte.
Grattugiate la scamorza con la grattugia a fori larghi e mettetela da parte.
Spellate e sbriciolate una salsiccia e cuocetela in un padella antiaderente senza aggiungere grassi. Unite i funghi e il cavolo cappuccio (metà o un quarto o quanto preferite), fate insaporire sul fuoco per qualche minuto, poi lasciate raffreddare il tutto.
Sbattete un uovo in una ciotola ampia, unite la scamorza e il contenuto della padella ormai freddo, salate e versate nel guscio di pasta.
Scarola, olive di Gaeta, pinoli tostati, capperi, uvetta e alici piccanti
Lessate 2 piante di scarola, scolatela, strizzatela bene e ripassatela in padella con uno spicchio d'aglio, 2 cucchiai di olio, peperoncino tritato, 2 alici piccanti tagliate a pezzetti, un cucchiaio di capperi di Pantelleria, una manciata di uvetta e una quindicina olive di Gaeta denocciolate e tagliate a metà.
Salate, spegnete il fuoco e unite 25 g di pinoli tostati in padella.
Fate raffreddare e versate nel guscio di pasta.
Melanzane e feta con pinoli, menta e coriandolo (da una ricetta di Laurel Evans)
Tagliate a metà 3 grosse melanzane nel senso della lunghezza e disponetele sulla leccarda del forno rivestita di carta da forno con il lato tagliato rivolto verso il basso.
Sbucciate 2 cipolle rosse, tagliatele in quarti, ungetele con olio extravergine d'oliva e disponetele sulla leccarda insieme alle melanzane.
Cuocete in forno preriscaldato a 220° per 30 minuti o fino a quando le verdure saranno tenere.
Lasciatele intiepidire, poi con un cucchiaio o uno scavino prelevate la polpa delle melanzane e mettetela in una ciotola insieme alle cipolle .
Schiacciate tutto con una forchetta (o un pastry cutter se volete un ripieno cremoso), fate scolare bene per qualche ora, condite con un filo d'olio (tutto questo può essere fatto il giorno prima) e aggiungete 100 g di feta a dadini, 50 g di pinoli tostati in un padellino a fuoco basso per circa 4 minuti, 1 cucchiaino di semi di coriandolo macinati (tostateli come i pinoli e una volta freddi pestateli in un mortaio) e 2 cucchiai di menta fresca tritata al coltello. Mescolate bene, salate e lasciate insaporire per qualche ora prima di versare il composto nel guscio di pasta.
Cavolo cappuccio e porri con olive nere
Riunite in una padella ampia 2 porri piccoli o uno grande, ben lavati e affettati sottilmente, una ventina di olive nere denocciolate e tagliate a metà, 4 filetti di acciuga e peperoncino fresco a piacere. Aggiungete 2 cucchiai di olio extravergine di oliva e fate cuocere a fuoco basso e con il coperchio per 5 minuti o fino a quando i porri non si saranno leggermente ammorbiditi, bagnando se necessario con un goccio d'acqua per non far attaccare.
Unite 350 g di cavolo cappuccio lavato, privato delle coste più dure e affettato sottilmente. Versate 2 cucchiai di aceto di mele e 1 cucchiaino di zucchero di canna Demerara e cuocete a fuoco basso e padella coperta per circa 15 minuti o finché il cavolo non sarà morbido. Alla fine della cottura togliete il coperchio e alzate la fiamma per far evaporare il liquido. Quando il fondo sarà asciutto regolate di sale e lasciate raffreddare completamente prima di versare il ripieno nel guscio di pasta.

E quando arriva il freddo e fa piacere accendere il forno, date un'occhiata qui!

venerdì 24 ottobre 2014

Le pizzette di melanzane e la confusione

Tardo pomeriggio di un giorno qualunque.
Soli in casa, io e la mia tazza di tè.
Un'occhiata veloce alla posta del blog.

SEI LA VINCITRICE DI QUESTA SETTIMANA
Ciao Franci,
con gioia ti annuncio che sei la vincitrice del 100% Gluten Free (Fri)Day!!!
Per questo, sei anche la nostra blogger della settimana :)
Venerdì prossimo, quindi, pubblichiamo l'intervista su di te, per farti conoscere meglio al nostro pubblico.
Fra l'altro la tua ricetta è stata prescelta dalla chef di un locale milanese rinomato, La CuocOna, per essere proposta nel suo consueto aperitivo del martedì e del mercoledì 100% gluten free.


OH MIO DIO!!!!!!!
Io non sapevo neanche che si vincesse!!!! :D
Ma come ho fatto a vincere??
Non ci posso credere!!!!!!!
GRAZIE!!!!!
E un ristorante di Milano proporrà la mia ricetta????
Adesso mi riprendo e rispondo alle domande per l'intervista! ^_^

La tazza di tè sul tavolo della cucina traballa pericolosamente.
Le mani tremano, le gambe sono paralizzate, la gola secca.
Ho un solo pensiero in testa.
Devo dirlo a TUTTI!!!
A tutti, sì, ma da chi iniziare?
Il marito torna a casa tra poco.
Sarà in treno, o in macchina per tornare a casa.
Glielo dico a voce.
I venticinque lettori del blog e della pagina Facebook.
Beh, aspettiamo almeno che pubblichino l'intervista.
Papà, mamma e le zie.
Facile, basta dirlo a una persona sola e la voce si sparge! ;o)
La Comare e tutte le amiche.
La Comare viene domani.
Uno sguardo distratto all'orologio.
Manca poco all'ora di cena.
Della cena, neanche l'ombra.
E nessuna idea di cosa preparare!
La tazza di tè, ormai vuota, sembra dirmi che forse la pausa è finita.
Sarà il caso che la Blogger della Settimana si metta ai fornelli!
Ricorrere all'aiuto del Branco di neuroni selvaggi che scorrazzano nel mio cervello come cavalli nella steppa?
Buona idea. Mi hanno salvato tante volte.
Ma sono tutti in giro ad annunciare ai popoli la lieta novella!
E' rimasto solo il neurone di guardia.
E anche lui sembra piuttosto confuso.
Ho visto una melanzana in frigo... Magari falla al forno... magari a fette... magari arrosto... Sì, ma poi come la condisci?... No, no, la affetti e ci metti sopra il pomodoro, i capperi tritati e l'origano... No, no, ferma, come li triti i capperi se ti tremano le mani... Aspetta, aspetta, perché non rifai le pizzette di melanzane di Emmettì? C'è anche della scamorza, in frigo... e magari se ti riesce di fare delle foto decenti gliele mandi anche, così le sostituisce a quella foto abominevole che le hai mandato la prima volta...
L'idea mi sembra buona, e nella confusione in cui mi trovo è la migliore possibile.
E stavolta ho perfino la scamorza!
La ricetta è sul blog di Emmettì.
Melanzane... pomodoro... ah, no, prima sale e olio e poi pomodoro... di nuovo sale e olio... no, no, solo olio... ah, no, prima l'origano... poi il formaggio... ah, no, prima vanno cotte... sì, ma a che temperatura?... Emmettì, dove hai messo la temperatura?... Ah, eccola, duecento gradi... "cuocere per circa venti minuti, ovvero fino a quando la parte a contatto con la teglia presenterà una leggera e golosa crosticina..."... quindi magari ci vogliono più di venti minuti... facciamo trenta e poi metto il formaggio... ah, no, il formaggio va messo "quando anche la superficie della melanzana presenterà una leggera doratura"... quindi devo affettare la scamorza sottile sottile... meglio che la grattugio, altrimenti è sicuro che oggi mi affetto anche un dito... e poi di nuovo in forno per fondere i formaggi... ma forno acceso o forno spento?... Emmettì!!!!
Il neurone di guardia si affaccia.
Magari per la panatura usa la farina di mais... In fondo, hai vinto il 100% Gluten Free (Fri)Day!

Pizzette di melanzane 100% Gluten Free... di venerdì!



ricetta originale di Maria Teresa (Emmettì)

Ingredienti per 2 persone (nella confusione... non ho pesato niente!)
1 melanzana viola grande
farina di mais fioretto
sale
olio extravergine d'oliva
polpa di pomodoro a pezzettoni (a occhio, circa 300 g)
origano secco
scamorza dolce
parmigiano grattugiato
1 cucchiaio di capperi di Pantelleria

Preparazione
Accendete il forno a 200°.
Lavate, asciugate e sbucciate la melanzana e tagliatela a fette spesse circa 1 cm.
Passate le fette nella farina di mais e disponetele sulla leccarda coperta di carta da forno.
Spolverate di sale e date un giro d'olio.
Ricoprite le fette di polpa di pomodoro, conditele nuovamente con sale (se serve) e olio e sbriciolatevi sopra l'origano secco.
Infornate per 30 minuti, fino a quando la parte a contatto con la teglia presenterà una leggera e golosa crosticina.
Grattugiate la scamorza con la grattugia a fori larghi.
Spegnete il forno, sfornate le pizzette, cospargetele con la scamorza e il parmigiano grattugiati e rimettete la teglia nel forno spento per due-tre minuti, finché i formaggi non saranno sciolti.
Disponete le pizzette in un piatto da portata, aggiungete i capperi ben dissalati e mangiatele calde.


E naturalmente questa ricetta partecipa al 100% GLUTEN FREE FRI(DAY) di Gluten Free Travel and Living!

I Love Gluten Free (FRI)DAY – Gluten Free Travel & Living

Qui potete leggere la mia intervista, nel bell'articolo che Stefania Oliveri ha dedicato a me e a Cum Gaudio Magno. Grazie, Stefania!
Ovviamente l'ho stampato in milioni di copie e ne sto organizzando la capillare diffusione su tutto il territorio, nazionale e non! :D

mercoledì 22 ottobre 2014

Gnocchetti ai profumi del bosco

Sera di un sabato qualunque di tanti anni fa, in un ristorante ai piedi della collina.
Una coppia di fidanzati prende posto a un tavolo riservato.
La sala in cui siedono è piccola e accogliente. L'ambiente è rustico, ma a suo modo elegante.
Il servizio è impeccabile, il menù ricercato.
"Mi attirano molto questi Gnocchetti ai profumi del bosco... Tu che ne dici?"
"Sembra un piatto interessante. Li voglio provare."
Poco dopo, un cameriere serve loro i piatti richiesti.
"Amore, ma guarda che bel piatto! Che armonia! Che raffinatezza nella decorazione! Che perfezione di colore! Che eleganza nelle linee!"
"Beh, sì, è un bel piatto senz'altro... Una porzione generosa, anche... Con questa nota di verde del prezzemolo tritato spruzzato sopra... Ma addirittura vederci l'eleganza delle linee, in un piatto di gnocchi..."
"Ma no! Intendo proprio il piatto! Guarda che porcellana stupenda! Che decorazione raffinata! Così semplice ed essenziale e tuttavia elegante, con quell'armonia di punti e linee curve! E guarda la lieve ondulazione del bordo!"
"Sì, in effetti è carino..."
"Amore, io questi piatti li voglio."
"Li vuoi?! Ma mica li puoi avere!"
"Perché no? Chiediamo dove li hanno comprati e li compriamo anche noi."
"Senti, non puoi chiedere una cosa simile qui, perciò smettila!"
Il cameriere si avvicina per ritirare i piatti, sorridendo.
"I signori hanno gradito?"
"Altroché! Mi scusi, questi piatti bellissimi dove li avete comprati?"
Il fidanzato incenerisce la futura sposa con uno sguardo di fuoco.
Lei fa finta di niente e guarda il cameriere con un sorriso sfolgorante dipinto sul viso.
"Le piacciono questi piatti, signora?"
Lei, tenendo gli occhioni fissi su di lui e fingendo di non notare la tavolozza di colori sul viso del futuro sposo, risponde in un soffio.
"Moltissimo!"
"Noi ci riforniamo presso un rivenditore che sta a Milano. Però vende solo all'ingrosso..."
Il fidanzato recupera colore e afferra al volo quella possibile ancora di salvezza.
"... Quindi solo ai titolari di partita IVA, ragion per cui i piatti noi non li possiamo comprare!"
La delusione sul viso della giovane donna è palese. Il sorriso si spegne, gli occhi si riempiono di umida tristezza.
"Signora, se lo desidera li possiamo comprare noi per lei. Stiamo per spedire un ordine, e non è un problema per noi aggiungere dei piatti. Lei può pagarli direttamente a noi in seguito, quando viene a ritirarli."
Il fidanzato sbianca, lei avvampa per l'emozione.
"Davvero?! Amore, hai sentito? Ce li prendono loro! Non è meraviglioso?"
Il cameriere estrae penna e taccuino dalla tasca e la  mezzora successiva trascorre, tra cinguettii e sbatter di ciglia, nella composizione del nostro primo servizio di piatti, amore! Non è assolutamente me-ra-vi-glio-so???
"Secondo me un servizio da dodici è perfetto. Dodici piatti piani, dodici piatti fondi, dodici piattini da frutta, un piatto da portata ovale, un piatto da portata rotondo... E questi meravigliosi piattini ovali! Li voglio assolutamente! E dodici coppette da dessert, naturalmente!... Come dice? I piatti fondi non vanno più di moda? Certo, è vero che un primo servito in un piatto piano fa tutto un altro effetto, ma poi come si fa con le minestre?... Amore, tu che dici? C'è qualcosa di particolare che ti piacerebbe prendere?"
Il futuro marito le risponde con uno sguardo rassegnato.
"Non credo che sia rimasto molto altro da prendere... Non sappiamo quando ci sposeremo, non abbiamo nemmeno l'ombra di una casa, ma abbiamo già un servizio di piatti!"
"Esatto, amore! Questo è il primo passo verso la nostra nuova vita insieme! Non ti sembra meraviglioso? Dai, amore, festeggiamo!"
Il proprietario del ristorante in persona offre loro passito e dolcetti secchi.
"Grazie mille! Uh, ma che meraviglia questi bicchierini da liquore!!!"

Gnocchetti ai profumi del bosco



Ingredienti per 3 persone:
Per gli gnocchi:
300 g di patate di media grandezza
1 uovo
190 g di farina 00, più altra per la lavorazione
Per il condimento:
75 g di funghi galletti o finferli
90 g di porcini
1 mazzetto di prezzemolo
mezzo scalogno
mezzo cucchiaino di peperoncino tritato (a noi piace piccante, ma voi regolatevi col vostro gusto!)
3 cucchiai di olio extravergine d'oliva
50 g di castagne lessate, pesate sbucciate e senza la pellicina interna (e senza gli abitanti!)
30 g di noci sgusciate
qualche rametto di timo fresco
40 g di speck
tartufo nero (che a questo punto sarebbe la vera morte sua, ma che noi, ahimé, non abbiamo trovato!)

Preparazione:
Gnocchi
Mettete le patate in una pentola senza sbucciarle, copritele di acqua fredda, portate a ebollizione e cuocete a fuoco basso finché le patate non saranno morbide nel centro (circa 30 minuti).
Scolatele, tagliatele immediatamente a metà e ponetele, senza pelarle, in uno schiacciapatate con la parte tagliata verso il basso.
Schiacciate le patate, raccogliendo la polpa in una ciotola larga. Eliminate la buccia dallo schiacciapatate e procedete in questo modo fino a schiacciare tutte le patate.
Trasferite le patate su una spianatoia di legno, mescolatele con una parte della farina, formate una fontana nel centro, rompetevi l'uovo, sbattetelo leggermente e amalgamate il tutto, dapprima con la forchetta e poi impastando a mano, aggiungendo via via il resto della farina.
Formate una palla, spolveratela di farina e lasciatela riposare sulla spianatoia, coperta con una ciotola per circa 45 minuti.
Tagliate un pezzetto di impasto e rotolatelo sulla spianatoia infarinata fino a formare dei cordoncini, che taglierete in tanti pezzetti.
Man mano che tagliate gli gnocchetti, spolverateli di farina per evitare che si attacchino tra di loro e cuoceteli subito, una volta che li avrete formati tutti.
Condimento
Pulite i funghi strofinandoli delicatamente con un panno umido e tagliateli a pezzetti.
Tritate finemente il prezzemolo e lo scalogno.
Uniteli, in una larga padella antiaderente, al peperoncino tritato e all'olio, e cuocete a fuoco basso per 5 minuti, senza far dorare lo scalogno.
Aggiungete i funghi e cuocete a fuoco basso, mescolando ogni tanto e a padella coperta, per altri 5 minuti.
Unite le castagne spezzettate e le noci tritate grossolanamente.
Fate cuocere per circa 3 minuti, poi aggiungete il timo sfogliato e lo speck tagliato a listarelle.
Lasciate insaporire a fuoco basso per qualche minuto, aggiungendo eventualmente un goccio d'acqua se il tutto tende ad attaccarsi al fondo della padella, finché lo speck non prende un leggero colore rosato.
Salate leggermente e spegnete il fuoco.

Appena avrete formato tutti gli gnocchi, cuoceteli in abbondante acqua salata.
Quando vengono a galla contate due minuti, poi scolateli con una schiumarola senza sgrondarli e saltateli a fuoco basso con il condimento, aggiungendo l'acqua di cottura poco per volta, finché gli gnocchi non perdono il sapore di farina e il tutto non risulta omogeneo, cremoso e ben legato.
Suddividete gli gnocchi nei piatti individuali, cospargete ogni piatto con un po' di tartufo nero grattugiato con la grattugia a fori larghi (se avete avuto più fortuna di noi!), decorate con foglioline di timo fresco e portate in tavola.


Questa non è la ricetta del ristorante ai piedi della collina.
E' la ricetta che Gaudio e Magno hanno creato, ispirandosi a quella sera lontana e partendo dal loro ricordo di quel piatto meraviglioso.
E stavolta per piatto intendo proprio la ricetta!


Non so dire se la nostra ricetta sia uguale a quella del ristorante oppure no.
Il ristorante ai piedi della collina non c'è più, e non c'è più nessuno a cui poterlo chiedere.


I piatti, invece, ci sono ancora tutti! :o)


Con questa ricetta partecipo al contest "I sapori dell'autunno: le ricette della Mostra Mercato del Tartufo Bianco di Città di Castello (PG)" del sito Il Tartufo Bianco.


Con questa ricetta partecipo al contest "Ricette d'Autunno" del blog A tutto pepe.

martedì 21 ottobre 2014

Crostata di uva fragola con cioccolato e yogurt... e frolla ancora più scientifica!

"Buongiorno! Vorrei un chilo di uva fragola."
"Ecc' l'uva fragol', eh, dolc' comm' 'o zuccher'!"
"Sì, veramente bellissima! Mi serve per una torta."
"Ahhh, una tòrt'! Che bell'! E che tòrt'?"
"Una crostata, con la crema al cioccolato e i chicchi sopra."
"Ahhhh, sòpr' la mett', eh! Che bell'! Ecc' ccà l'uva fragol'!"
"Grazie. Quant'è?"
"Du' evr'."
Porgo alla signora una banconota da dieci euro, quando mi accorgo che un'altra persona sta pagando con una da venti, e lei ha difficoltà a dare il resto.
Frugando nel portamonete, riesco a mettere insieme abbastanza monete per arrivare ai du' evr'.
"Aspetti! Ho due euro!"
"Noooooo! Ramm' 'ste diec' evr', che m' serv'n'! Quand' no' le teng' je, no' le te' nisciun'!"
"Va bene. Arrivederci!"
"Bongiòrn', signuri'!"


Esiste una pasta frolla più scientifica di quella della Quiche dolce di fragole?
Esiste.
Il mio post si chiudeva infatti lasciando senza risposta un importante interrogativo: a cosa serve creare
un ambiente leggermente acido adoperando del succo di limone, in ragione di ca. 20gr per kg di farina
come scritto nel post del maestro Adriano?
Non è stato però il maestro Adriano a svelare il mistero del succo di limone nella ricetta della pasta frolla.
E' stata Alessandra, in un post pubblicato sul suo blog An old fashioned lady, dietro utilissimo suggerimento di un lettore, chimico di professione, a rispondere alla domanda rimasta per mesi senza risposta:
l'acido citrico neutralizza il glutine. Quindi, non solo la scorza ci va, ma sarebbe ancora meglio aggiungere direttamente qualche goccia di limone.
E come ormai sappiamo bene, neutralizzare il glutine ci permette di ottenere una frolla più friabile!


E non è finita qui!
Dal post di Alessandra arriva un nuovo contributo alla ricetta perfetta:
Problemi in cottura: di solito è uno- ed è quello che la frolla non aderisca allo stampo, ma si rattrappisca un po': è perché non la si fa riposare nello stampo. Se avete fretta, potete passarla un quarto d'ora nel freezer. Altrimenti, da mezz'ora a tutto il santo giorno, se avete tempo.
Con questo ulteriore, preziosissimo suggerimento, potevo non provare a rifare la  frolla scientifica... ancora più scientifica??

Crostata di uva fragola con cioccolato e yogurt



riadattata da "Cucina Naturale"

Ingredienti per uno stampo da 24 cm:
Per la frolla:
225 g di farina 00
25 g di fecola di patate
1,5 g di lievito per dolci
125 g di burro freddo di frigo, a fettine
75 g di zucchero a velo
1 uovo grande (60 g)
1,5 g di sale
5 g di succo di limone
buccia grattugiata di un limone
Per il ripieno
150 g di cioccolato fondente al 72% di cacao
100 g di yogurt intero bianco dolce
Per la copertura
1 kg di uva fragola (non l'ho usata tutta, ma meglio abbondare, soprattutto se è dolc' comm' 'o zuccher'!)
60 g di gelatina di albicocche
2 cucchiai di acqua
foglioline di menta fresche
Preparazione:
Pasta frolla (tecnica di impasto con foto qui, video della tecnica di stesura qui)
Un'ora almeno prima di preparare l'impasto mettete in frigo tutti gli ingredienti e tutti gli utensili che vi serviranno, poi tagliate il burro a fettine sottili (potete usare una mandolina) e rimettetelo in frigo.
Setacciate e mescolate farina, fecola e lievito sul piano di lavoro o in una ciotola metallica.
Unite il burro a fettine, dopo averle spezzettate con un coltello, e lavoratelo nella farina con una spatola (meglio ancora se avete il pastry cutter - l'invenzione del secolo!) per tagliarlo in pezzetti piccolissimi. Se necessario, completate il lavoro sfregando il tutto rapidamente con le punte delle dita, fino ad ottenere delle briciole di burro e farina.
Aggiungete lo zucchero a velo e mescolate delicatamente con una forchetta.
Formate una fontana e versate al centro l'uovo sbattuto con il sale, il succo e la buccia del limone.
Iniziate a mescolare con la forchetta, finché è possibile, e poi con il pastry cutter (se non lo avete procuratevelo... potrebbe cambiarvi la vita!).
Con la spatola trascinate rapidamente l'impasto, un po' per volta, sul piano di lavoro o direttamente nella ciotola fino ad incorporare tutta la farina, poi compattatelo formando un panetto.
Mettete il panetto all'interno della ciotola, coprite quest'ultima con la pellicola (evitiamo che il panetto sia a contatto diretto con la plastica!), e lasciatelo in frigo a riposare per tutta la notte.
Prima di stendere la pasta frolla, ritagliate un disco di carta da forno e posizionatelo sul fondo della teglia (la mia antiaderente), senza imburrare quest'ultima o la carta da forno vi si incollerà saldamente.
Piazzate poi sul disco due lunghe strisce di carta da forno disposte a croce, lasciandole debordare, per aiutarvi a sformare la base di pasta frolla una volta fredda.
Una volta che avrete preparato la teglia, tirate fuori dal frigo il panetto e immediatamente iniziate a spezzettarlo, compattando i pezzi con le mani.
Lavorate il panetto con un po' di farina, cercando di ammorbidirlo con il calore delle mani.
Appiattitelo leggermente e iniziate a stenderlo con il mattarello, girandolo in continuazione e dando alla sfoglia una forma per quanto possibile circolare.
Confrontate la larghezza della sfoglia con quella dello stampo, calcolando anche l'altezza del bordo.
Quando le dimensioni della sfoglia saranno appropriate, arrotolatela sul mattarello, sollevatela al di sopra dello stampo e srotolatela delicatamente dal mattarello calandola dentro la teglia.
Sistemate la frolla sui bordi dello stampo e tagliate via l'eccedenza rotolando il mattarello sul bordo della teglia.
Aggiustate la frolla sui bordi e mettete la teglia in frigo per 30 minuti (per problemi logistici non ho potuto metterla in congelatore, ma il frigo è andato bene lo stesso!).
Passato questo tempo, bucherellate la base con una forchetta, coprite base e bordi con un foglio di alluminio e riempite la teglia di fagioli secchi, prestando particolare attenzione a che i fagioli premano bene contro i bordi, in modo che questi ultimi non scendano durante la cottura.
Infornate in forno statico preriscaldato a 170° per 30 minuti.
Sfornate la frolla, lasciatela raffreddare per qualche minuto, poi togliete l'alluminio con i fagioli (attenzione, sono roventi!).
Fate raffreddare completamente la base di frolla prima di sformarla, sollevando entrambe le strisce di carta da forno.
Ripieno
Spezzettate il cioccolato e mettetelo in un pentolino.
Ponete il pentolino in una pentola più grande contenente un po' d'acqua, in modo che l'acqua non tocchi il fondo del pentolino.
Su fuoco minimo e prestando attenzione a che l'acqua non bolla e non entri nel pentolino, lasciate sciogliere completamente il cioccolato.
Unite lo yogurt a temperatura ambiente e mescolate con una spatola di silicone fino a ottenere una crema omogenea.
Togliete dal fuoco e versate la crema tiepida nella base di frolla, livellando la superficie con la spatola.
Copertura
Disponete un primo strato di acini di uva fragola, lavati e asciugati, in cerchi concentrici, premendoli delicatamente nella crema e ricoprendo tutta la superficie della crostata.
Sciogliete in un padellino a fuoco basso la gelatina insieme all'acqua, mescolando con un pennello da cucina, finché la gelatina sarà liquida, e spennellate accuratamente tutti gli acini.
Rimettete il padellino con il resto della gelatina su fuoco minimo per sciogliere nuovamente la gelatina se vedete che si è addensata, poi spegnete il fuoco, versate una parte degli acini nel padellino e rivoltateli con il pennello per ricoprirli di gelatina.
Usando un cucchiaio forato prelevate gli acini dal padellino, disponeteli a piramide sulla crostata, e ripetete l'operazione con gli acini rimasti.
Decorate con le foglioline di menta.


Ho scelto questa ricetta perché l'idea di una crema con cioccolato fondente e yogurt mi intrigava da moltissimo tempo.
La nota acida data dallo yogurt si combina con quella leggermente amara del cioccolato fondente creando un insieme dall'aroma forte e insolito, che io ho trovato gradevole e decisamente interessante... senz'altro da consigliare a chi ama i sapori inediti!
Da tener presente, infine, che la crema non resta morbida, e quindi non è adatta per farcire torte e bignè. Ma se volete una crema che non coli dai bordi della vostra fetta di crostata, sporcandoli e rovinando irrimediabilmente la vostra foto, allora questa è la ricetta che fa per voi!


Con questa ricetta partecipo al contest "I sapori dell'autunno: le ricette della Mostra Mercato del Tartufo Bianco di Città di Castello (PG)" del sito Il Tartufo Bianco.


Con questa ricetta partecipo al contest "Ricette d'Autunno" del blog A tutto pepe.

domenica 19 ottobre 2014

Zuppa di farro con funghi porcini e fagioli borlotti

Mattina di un giorno qualunque, al mercato.
Davanti a uno dei banchi più forniti cerco uno scampolo di estate da portarmi a casa.
Gli ultimi peperoni. O le ultime zucchine. O le ultime melanzane.
O qualsiasi cosa mi dia l'illusione di essere ancora in estate.
D'un tratto, proprio al centro del banco, qualcosa mi ferisce gli occhi, con improvvisa violenza.
Una cassetta di funghi porcini.
No, no, non è vero... Non esistono...
"Sta guardando i porcini, signora? Ha visto che belli? Senta che profumo! Senta!"
E mi piazza un grosso fungo sotto al naso.
Aspiro.
Il fungo emana sentori di bosco e di terra bagnata.
E all'improvviso non sono più al mercato, davanti a quel banco di frutta e verdura.
Vedo alberi intorno a me, raggi di sole che si insinuano fra i tronchi, le cime delle montagne che spuntano tra le chiome degli abeti e dei larici, e un sentiero di terra battuta che serpeggia e scompare tra la vegetazione e le rocce coperte di muschio.
E io bambina, coi piedi calzati di grossi scarponi, cammino sul terriccio soffice e umido coperto di aghi e foglie secche fruscianti, frugando tra i bassi cespugli e le piantine di mirtillo selvatico, con le mani ricolme del mio piccolo tesoro di frutti di bosco.
Mario, guarda i funghi...!
La voce dell'amico di mamma e papà che indica al figlio i funghi che spuntano a ridosso del sentiero, durante la passeggiata... un attimo prima di infilare il piede in un'enorme, fumante fatta di mucca che giace proprio nella sua direzione, sul bordo del sentiero.
E le risate dei miei genitori, degli amici, di noi bambini... e il canzonatorio Cesare, guarda i funghi! lanciatogli quel giorno come sfottò e rimastogli addosso per il resto della vacanza... e di quelle a venire...!
Compro il fungo senza esitare.
E nel bosco dei miei ricordi lascio andare l'estate... e mi riconcilio con l'autunno!

Zuppa di farro con funghi porcini e fagioli borlotti




Ingredienti per 2 persone:
250 g di fagioli borlotti freschi sgranati
mezza cipolla
mezza carota
mezza costa di sedano
2 foglie di salvia
1 foglia di alloro
200 g di funghi porcini freschi
un mazzetto di prezzemolo
peperoncino tritato
1 spicchio d'aglio
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
sedano, cipolla, carota tritati (per il soffritto)
1 cucchiaino di semi di finocchio, pestati in un mortaio
100 g di farro perlato
1 rametto piccolo di rosmarino

Preparazione:
Mettete i borlotti in una pentola con la mezza cipolla, la mezza carota, la mezza costa di sedano, la salvia e l'alloro.
Coprite di acqua fredda, portate a ebollizione e fate sobbollire fino alla completa cottura dei fagioli (circa 40 minuti).
Togliete dal fuoco ed eliminate le verdure.
Mondate i funghi. Tagliate l'estremità terrosa, strofinate delicatamente il gambo e il cappello con un panno umido, staccate il gambo, tagliatelo a metà nel senso della lunghezza e cospargetelo di sale fino (al mercato mi hanno spiegato che questo serve a far uscire eventuali vermi presenti nel gambo... brrrrrrrr!!!). Dopo 5 minuti tagliate a pezzetti sia il gambo che il cappello e teneteli da parte.
Tritate finemente le foglie del prezzemolo e lo spicchio d'aglio.
In una padella ampia uniteli al peperoncino e a 2 cucchiai di olio.
Fate rosolare a fuoco piuttosto basso, in modo che l'aglio non bruci e non prenda colore, per 5 minuti.
Unite i funghi a pezzetti e cuocete, sempre a fuoco basso, per altri 5 minuti.
In un'altra pentola fate appassire il sedano, la cipolla e la carota tritati con il resto dell'olio, i semi di finocchio pestati e altro peperoncino tritato.
Unite i fagioli cotti con la loro acqua di cottura, portate a bollore e aggiungete il farro.
Abbassate il fuoco e cuocete per 15 minuti, poi aggiungete i funghi e il rosmarino. Eliminate il rosmarino dopo 5 minuti di cottura.
Cuocete a fuoco lento finché il farro sarà morbido, dopodiché togliete la zuppa dal fuoco, disponetela nei piatti, decoratela con un pizzico di prezzemolo tritato e servitela subito.


Con questa ricetta partecipo al contest "I sapori dell'autunno: le ricette della Mostra Mercato del Tartufo Bianco di Città di Castello (PG)" del sito Il Tartufo Bianco.


Con questa ricetta partecipo al contest "Ricette d'Autunno" del blog A tutto pepe.

venerdì 17 ottobre 2014

Zuppetta di miglio e lenticchie rosse con fiori di zucca croccanti

Non è mia abitudine magnificare le ricette che pubblico sul blog.
Do per scontato che si capisca che, se una ricetta arriva qui sul blog, si tratti di qualcosa di buono.
Però a volte faccio un'eccezione, per alcune ricette.
Questa è una di quelle volte.
Stavolta lo devo dire chiaramente: questa zuppetta è stratosfericamente, assurdamente buona.
Lo devo dire perché, quando l'ho messa in tavola per la prima volta, non avrei scommesso un soldo bucato su una zuppetta di due soli ingredienti, condita esclusivamente con sale, olio e pepe.
Quanto mi sbagliavo.
Adesso non posso più farne a meno.
E' la zuppa che preparo più frequentemente in assoluto... E anche dopo averla preparata tante, tantissime volte, ogni volta il primo boccone mi sorprende.
Due ingredienti che ho sempre in casa e pronta in mezz'ora.
Buona calda in inverno, fredda in estate e tiepida in autunno e primavera.
Perfetta da portare in ufficio il giorno dopo.
Sapori delicatissimi, esaltati dall'olio e dal pepe.
Se poi aromatizzate l'olio lasciandovi in infusione delle erbe aromatiche fresche, diventa una bomba di gusto.
Se unite i fiori di zucca freschi, aggiungendoli all'ultimo momento in modo che i petali restino croccanti, è il tripudio del palato.
Se cercate una coccola in una giornata stressante, questa è la vostra zuppetta.
Godetevela!

Zuppetta di miglio e lenticchie rosse con fiori di zucca croccanti



Ingredienti per due persone:
100 g di miglio decorticato
100 g di lenticchie rosse
5 fiori di zucca
sale
pepe misto o pepe nero
olio extravergine d'oliva, puro o aromatizzato con erbe fresche tritate... ma è obbligatorio che sia di ottima qualità

Preparazione:
Sciacquate accuratamente il miglio e le lenticchie rosse, versateli in una pentola e unite 900 ml di acqua fredda.
Portate a ebollizione, abbassate il fuoco al minimo e lasciate cuocere per circa 20 minuti.
Togliete dal fuoco, salate e aggiungete i fiori di zucca mondati e ridotti in filetti.
Mescolate e servite immediatamente, completando il piatto con una macinata di pepe e un filo d'olio.


Questa ricetta partecipa al 100% GLUTEN FREE FRI(DAY) di Gluten Free Travel and Living.

I Love Gluten Free (FRI)DAY – Gluten Free Travel & Living

martedì 14 ottobre 2014

Muffin al basilico e mandorle tostate con frullato di banane e bevanda di kamut

E' autunno.
Cadono le foglie.
Anche quelle del mio basilico.
Lo guardo, e mi chiedo se sia meglio assistere alla sua quotidiana agonia o porre fine alle sue sofferenze.
E sia.
Spariamo gli ultimi colpi.
Con un bel botto finale!


Muffin al basilico e mandorle tostate

con frullato di banane e bevanda di kamut



da "Cucina Naturale", riadattata

Ingredienti per 10 muffin (o 12 piccoli)
170 g di farina 00
30 g di fecola di patate
60 g di zucchero semolato vanigliato (fatto in casa seppellendo una bacca di vaniglia in un barattolo di zucchero, dopo aver usato i semi della bacca)
2 cucchiai di zucchero a velo vanigliato (fatto in casa come sopra e poi frullato nel macinacaffè)
1 pizzico di sale
1 bustina di lievito per dolci
25 g di foglie di basilico (1 mazzetto)
100 ml di latte
3 cucchiai di olio extravergine d'oliva
125 g di yogurt bianco intero
30 g di mandorle pelate
scaglie di mandorle per decorare
Ingredienti per 2 bicchieri di frullato:
3 banane piccole molto mature
300 ml circa di bevanda di kamut
cubetti di ghiaccio

Preparazione:
Muffin
Preriscaldate il forno a 150° e infornate le mandorle su una teglia coperta con carta da forno per 12 minuti. Devono diventare dorate ma non scure.
Fatele raffreddare, poi tritatele grossolanamente al coltello.
In una ciotola ampia mescolate la farina setacciata con il lievito, la fecola, lo zucchero semolato, lo zucchero a velo e il sale.
Lavate le foglie di basilico, spezzettatele a mano e frullatele brevemente con il latte.
Aggiungete l'olio e lo yogurt e frullate ancora fino a ottenere un composto omogeneo.
Versate il frullato nella ciotola della farina e mescolate il tutto grossolanamente con un cucchiaio.
Unite le mandorle e mescolate ancora con il cucchiaio, delicatamente e brevemente, lasciando il composto grossolano e un po' grumoso.
Versate il composto negli stampini (imburrati e infarinati se non sono di silicone) e cospargete la superficie con le scaglie di mandorle.
Infornate in forno statico e preriscaldato a 180° per 25 minuti.
Sfornate e lasciate raffreddare i muffin negli stampini se sono in silicone, altrimenti sformateli delicatamente dopo 5 minuti e fateli raffreddare su una gratella.
Frullato
Pelate le banane, tagliatele a pezzetti e frullatele con la bevanda di kamut.
Regolate la densità del frullato aggiungendo a piacere altra bevanda di kamut.
Servitelo freddo, con cubetti di ghiaccio in ogni bicchiere, come merenda o colazione.

venerdì 10 ottobre 2014

Frittata al forno con peperoni e fiori di zucca

"Arturooooooo! Arturooooooooo!"
La voce della dirimpettaia spezza la quiete del tiepido e soleggiato pomeriggio autunnale.
Mentre taglio a dadini i peperoni per la frittata, penso che Arturo sarà sicuramente in giardino a divertirsi e a godersi il sole.
All'improvviso, un'ombra davanti alla finestra della cucina.
Sollevo lo sguardo, ma non scorgo niente.
Non convinta, lascio i peperoni e apro la porta-finestra della cucina per controllare all'esterno, in balcone.
Scosto la zanzariera e mi trovo faccia a faccia con Arturo.
"Arturo! Ma che ci fai sul muretto del balcone?! Scendi subito! Eri tu, vero, davanti alla finestra?"
"Arturooooooooo! Arturooooooooo!"
Esco in balcone, faccio cenno ad Arturo di scendere dal muretto e ci acquattiamo tutti e due sulla scaletta che porta in giardino, nascosti alla vista della dirimpettaia.
"Non dovresti essere qui, Arturo."
Lui mi guarda in silenzio, gli occhi fissi su di me.
Non so resistere ad Arturo.
Lo prendo tra le braccia, lui si accoccola e restiamo lì in silenzio, occhi negli occhi.
Faccio scorrere la mia mano sul suo ventre.
Lui mugola di piacere e socchiude gli occhi, estatico.
Gli accarezzo la testa.
So che lo adora.
E lui infatti se ne sta lì beato, con gli occhi chiusi, godendo del tocco delle mie mani.
Vorrei che quel momento non finisse mai, ma...
"Arturooooooooooooooo!"
Lui sembra agitarsi lievemente tra le mie braccia, e io capisco.
"E' ora che tu vada, vero?... E va bene, Arturo... Ma tornerai da me, vero?"
Si scioglie dal mio abbraccio, si riassetta in silenzio, scende la scaletta, scavalca le piante di zucca e scompare dalla mia vista.
"Eccoti finalmente, Arturo! Ma dov'eri finito?"
Mi alzo e rientro in cucina, dai miei peperoni.
Avrei voluto che Arturo restasse con me.
Ma in fondo lo so che lui appartiene a un'altra.
Inforno la frittata.
Dopo mezz'ora la metto su un piatto, ancora calda e profumata, e la porto in balcone per fotografarla con una luce migliore.
Appoggio il piatto sul muretto, avvicino la macchina fotografica alla frittata, inquadro.
Con la coda dell'occhio colgo un movimento rapidissimo alle mie spalle.
Mi giro di scatto.
Davanti ai miei occhi, gli occhi di Arturo.
Occhi gialli, famelici.
Si lecca le labbra.
"Miaooooooooooooooooo!"
Vaglielo a spiegare adesso, ad Arturo, che le frittate di peperoni appoggiate sui muretti dei balconi stanno lì per essere fotografate e pubblicate su un blog, e non per essere mangiate dai gatti certosini delle dirimpettaie!

Frittata al forno con peperoni e fiori di zucca



Ingredienti per 2 persone:
1 peperone giallo
1 peperone rosso
8 fiori di zucca
8 g di amido di mais (maizena)
30 g di latte
4 uova
erba cipollina
1 cucchiaino di curcuma
1 cucchiaino di paprika
sale
olio extravergine d'oliva

Preparazione
Lavate e asciugate i peperoni, mondateli eliminando i semi e i filamenti interni, tagliateli a falde e poi a dadini delle dimensioni di un'unghia (che misura scientifica! :D ).
Mondate 4 fiori di zucca eliminando il pistillo, divideteli in filamenti, tagliate ogni filamento a metà e uniteli ai peperoni.
Tagliate gli altri 4 fiori a metà nel senso della lunghezza, conservando il pistillo, e teneteli da parte.
Stemperate l'amido di mais con il latte, senza formare grumi, e unitelo alle uova in una ciotola.
Aggiungete il sale, l'erba cipollina, la curcuma e la paprika e sbattete il tutto.
Unite al composto i peperoni a dadini con i fiori di zucca a pezzetti, mescolate bene per amalgamare il tutto e versate in una teglia imburrata di 28 cm di diametro dai bordi bassi.
Condite con un filo d'olio e infornate in forno statico preriscaldato a 200° per 30 minuti.
Sfornate, lasciate eventualmente raffreddare e trasferite su un piatto da portata.


Una delle mie ricette preferite con le uova, facilissima ed estremamente versatile.
Al posto dei peperoni potete usare zucchine o cipolle affettate sottilmente, melanzane, zucca (purché non acquosa) o sedano rapa a dadini, potete variare le spezie e le erbe aromatiche, potete aggiungere del formaggio grattugiato, potete gustarla sia calda che fredda...
Ma guardate quante idee vi ho dato, in un solo post! :o)

Questa ricetta partecipa al 100% GLUTEN FREE FRI(DAY) di Gluten Free Travel and Living.

I Love Gluten Free (FRI)DAY – Gluten Free Travel & Living

Con questa ricetta partecipo, inoltre, alla Giornata Mondiale dell'Uovo promossa dalla FAO.
Le informazioni per aderire a questo evento le potete trovare qui, sul blog di Grazia.

martedì 7 ottobre 2014

Focaccine integrali alle erbe e doppia uva a lievitazione naturale... e la prima volta di Gaudio

La prima volta.
La prima volta è quella che non si dimentica.
E' quella che ti cambia dentro.
La prima volta è quella speciale.
Quella diversa da tutte le altre.
Anche se magari è la quindicesima, o la ventesima volta che fai quella cosa.
La prima volta te lo senti dentro, che è quella la prima volta.
Poi magari ne vengono altre cento.
Ma la prima volta non te la scordi più.
Non è la prima volta che gioco con un lievitato.
E neanche la prima volta che uso il lievito naturale.
Ma è la prima volta che condivido il risultato.
E non perché sia particolarmente bello dal punto di vista estetico, o buono da quello culinario.
E' perché questa è la mia prima volta.
Quella speciale.
Quella che non si scorda più.
Quella che ti cambia dentro.
Quella che ti fa dire Avanti così!
Quella che dopo ti senti diversa.
Quella che ti viene anche voglia di raccontarla agli altri.
Non chiedetemi perché.
C'è tanto dietro la mia prima volta, troppo per raccontarlo in un post.
Soltanto, siate felici con me.
Prendetevi una focaccina e... mangiatevela cum gaudio!


Non ho granché da insegnare su questo argomento.
Viceversa, ho tutto da imparare.
Quindi non scriverò, come di solito faccio, fate questo e fate quello.
Vi racconterò soltanto come le ho fatte io, queste focaccine.
Poi, se avete voglia, fate come me, oppure cambiate tutto e metteteci del vostro.
Prendete quello che va bene per voi e lasciate il resto.
Nelle focaccine, come nella vita! :o)

Focaccine integrali alle erbe e doppia uva a lievitazione naturale



riadattata da una ricetta di Marco Bianchi

Ingredienti per 12 focaccine:
Prefermento:
15 g di pasta madre liquida (per gli amici licoli)
56 g di farina manitoba
56 g di acqua
Primo impasto:
tutto il prefermento
90 g di farina 0
79 g di farina integrale
50 ml di acqua
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
un pizzico di sale
1 rametto di rosmarino tritato
5 foglioline di salvia tritate
Secondo impasto:
1 cucchiaio di uvetta rinvenuta in acqua, scolata, strizzata, asciugata e infarinata
12 chicchi di uva nera (o bianca o metà e metà)

Preparazione:
Prefermento
Con una forchetta ho mescolato in una ciotola la farina con il licoli e l'acqua.
Ho coperto la ciotola con un piatto, l'ho messa nel forno spento e ho lasciato lavorare il licoli per 12 ore.
Primo impasto
Ho setacciato le due farine e le ho mescolate in una ciotola ampia con le erbe tritate.
Ho fatto un buco al centro e vi ho versato l'olio e l'acqua, ho emulsionato con una forchetta e ho cominciato a mescolare il tutto, prima con la forchetta e poi con le mani.
Ho rovesciato il tutto sul tappetino di silicone e ho cominciato a impastare con le mani, con la tecnica della nonna.
Dopo qualche minuto ho allargato l'impasto con le mani, vi ho spolverato sopra la metà del sale, ho piegato l'impasto a metà, l'ho di nuovo allargato con le mani, l'ho spolverizzato col resto del sale e ho ripreso a impastare, impiegando in tutto 20 minuti e infarinandomi leggermente le mani quando sentivo che l'impasto tendeva ad attaccarsi.
Ho messo l'impasto in un contenitore di vetro, appiattendolo leggermente per farlo aderire alle pareti (questo per controllarne l'aumento di volume nel corso della lievitazione).
Quando ho visto che era raddoppiato di volume (a 25° ci sono volute 3 ore) l'ho ripreso, l'ho allargato con le mani e ho cosparso la superficie con la metà dell'uvetta, poi l'ho piegato e allargato di nuovo, ho aggiunto il resto dell'uvetta e ho continuato a piegarlo e allargarlo con le mani finché l'uvetta non è stata tutta incorporata e distribuita in modo uniforme.
Ho diviso l'impasto in 12 pezzi (dovevano essere tutti uguali, ma il mondo è bello perché è vario...) e ho formato ogni pezzo in una pallina con la tecnica che vedete in questo filmato (grazie, Piero!).
Ho schiacciato leggermente ogni pallina, ho fatto un bel buco al centro e vi ho inserito un chicco d'uva.
Ho trasferito le focaccine sulla leccarda del forno ricoperta di carta da forno, le ho coperte con un pezzo di pellicola tenuta larga e le ho lasciate lievitare nel forno spento fino al raddoppio di volume.
Ho scaldato il forno (senza la leccarda!) a 200°, poi ho infornato le focaccine spennellate d'olio e le ho cotte per 20 minuti.


Vorrei dire che le ho lasciate raffreddare prima di assaggiarle, ma non è andata così... ;o)


Se c'è una cosa che ho imparato, è che le farine non sono tutte uguali.
Ognuna assorbe più o meno acqua, a seconda del tipo e del grado di umidità. Regolatevi quindi con la vostra farina, man mano che impastate.
Per darvi un'indicazione (e solo a questo scopo, per informazione e non per pubblicità), vi dico che la farina che ho usato per il prefermento è la farina manitoba, biologica e macinata a pietra, Mulino Marino. La farina 0 è Conad biologica. La farina integrale è Ecor, biologica e macinata a pietra.
Se vorrete provare a farle, schiacciatele bene quando le formate, perché le mie sono diventate sferiche... e fatelo bello grosso il buco al centro, o lievitando tenderà a chiudersi, espellendo il chicco d'uva... con un risultato estetico che potrei definire pittoresco... non sembrano tante tettine?? :D

venerdì 3 ottobre 2014

Minestra di zucchine, fiori di zucca e fagioli borlotti

C'è chi la prepara in tarda primavera, o all'inizio dell'estate.
Chi usa i primi borlotti freschi e i primi ciliegini di Sperlonga.
Chi approfitta di raccolti anticipati grazie a un microclima particolarmente favorevole.
E c'è chi la prepara in tarda estate, o all'inizio dell'autunno.
Chi usa gli ultimi borlotti freschi, gli ultimi ciliegini, le ultime zucchine della Palude.
Chi approfitta di raccolti tardivi, grazie a un microclima particolarmente favorevole.
E poi c'è chi la prepara in entrambe le stagioni, approfittando di verdure raccolte in qualsiasi momento, grazie a un microclima favorevolissimo e al fatto che le verdure estive si trovano fino a ben oltre il 21 settembre!

Minestra di zucchine, fiori di zucca e fagioli borlotti


ricetta originale tratta da "Zuppe" di Mona Talbott

Questa zuppa è una "minestra di magro", che letteralmente significa "minestra magra", ed è perfetta per una cena leggera dopo un abbondante pranzo domenicale secondo la tradizione a Roma. Noi prepariamo questa minestra in primavera inoltrata e all'inizio dell'estate, usando i primi fagioli da sgranare e i primi pomodorini ciliegia provenienti da Sperlonga, una zona costiera del Lazio a sud di Roma, dove le condizioni di coltivazione sono ideali per un raccolto anticipato. Secondo la tradizione, questa minestra si prepara con i fagioli corallo ["Romano beans"], ma se necessario si possono usare i fagiolini.


Ingredienti per 2 persone:
500 g di fagioli borlotti freschi, da sgranare
mezza cipolla piccola
2 rametti di basilico
mezza carota piccola
1 spicchio d'aglio
60 ml di olio extravergine d'oliva
sale
mezza cipolla media
2 zucchine medie col fiore
75 g di pomodorini ciliegia
50 g di fagioli corallo

Preparazione:
Sgranate i fagioli, metteteli in una pentola ampia, copriteli di acqua fredda e aggiungete la mezza cipolla piccola, i gambi del basilico (mettete da parte le foglie), la carota e mezzo spicchio d'aglio.
Portate a bollore, poi abbassate la fiamma e lasciate sobbollire per 30 minuti.
Aggiungete 30 ml di olio e portate i fagioli a completa cottura, poi eliminate le verdure.
Nel frattempo, pelate la cipolla e tagliatela a dadini.
Staccate i fiori dalle zucchine e teneteli da parte.
Lavate le zucchine e tagliatele a dadini.
In un'altra pentola, stufate le zucchine e la cipolla nei restanti 30 ml di olio.
Cuocete finché sono morbide, poi unite l'altro mezzo spicchio d'aglio, pelato e tritato, e cuocete per altri 3 minuti.
Lavate i pomodorini e tagliateli in quarti.
Tagliate i fagioli corallo in pezzi di 1 cm di lunghezza.
Aggiungete pomodorini e fagioli corallo alle zucchine e cuocete per 5 minuti.
Unite i borlotti con la loro acqua di cottura. Aggiungete altra acqua se necessario.
Portate a bollore, poi lasciate sobbollire per altri 10 minuti circa.
Mondate i fiori di zucca eliminando il pistillo, divideteli a filetti, spezzettate le foglie del basilico, unite il tutto alla minestra e servite immediatamente.


Questa ricetta partecipa al 100% GLUTEN FREE FRI(DAY) di Gluten Free Travel and Living.

I Love Gluten Free (FRI)DAY – Gluten Free Travel & Living