venerdì 9 gennaio 2015

Zuppa etrusca con castagne del prete e peperoncini "Cappello del vescovo"

I peperoncini "Cappello del vescovo" ve li ho fatti conoscere qui.
Le Castagne del prete sono un prodotto tipico del periodo natalizio, incluso nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani predisposto dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali con la collaborazione delle Regioni.
Anticamente si preparavano solo in Irpinia, nell'Avellinese, zona nota per la coltivazione delle castagne, utilizzando i forni presenti nelle abitazioni rurali. Oggi le castagne del prete sono conosciute in tutta la Campania e in altre regioni, soprattutto del Centro-sud, ma la tecnica di produzione è rimasta sostanzialmente invariata.
In locali appositi, detti gratali, le castagne fresche e ancora con il guscio vengono disposte su graticci di legno, al di sotto dei quali vengono accesi fuochi alimentati con legna di castagno. Il fuoco viene tenuto acceso per quindici giorni allo scopo di far seccare completamente le castagne, che in seguito vengono tostate in forno per circa mezzora. Dopo la tostatura, le castagne vengono immerse in cassoni pieni di acqua o di acqua mista a vino per farle reidratare e insaporire.
Quando vengono sgusciate prima di essere poste sul fuoco, le castagne si dicono infornate o 'nvornate.
Quando, invece, nonostante la permanenza sui graticci, le castagne mantengono un'alta percentuale di umidità si dicono mosce o tenerelle, e una volta tolte dal fuoco vengono infilate a uno spago e appese in attesa di essere consumate. Considerate in origine delle castagne del prete mal riuscite, oggi le castagne mosce si preparano appositamente poiché sono molto richieste dal mercato, essendo particolarmente saporite e zuccherine oltre che conservabili per diversi mesi.
(Fonte: www.castagnedelprete.com)
Le castagne del prete si chiamano così perché si racconta che un prete avesse ricevuto in dono delle castagne e le avesse caricate sul suo asino per portarle a casa. Strada facendo l'asino, mal condotto dal prete, era finito in un fiumicello. L'intero paese aveva deriso il prete e il suo carico di castagne bagnate, inservibili. Ma lui, tornato a casa, le aveva messe ad asciugare nel forno e aveva ottenuto castagne morbide, dalla polpa scura e dal sapore affumicato, buonissime: 'e castagne r'o prevete!
(da qui)

Per me non è Natale senza castagne del prete.
Devo la loro conoscenza a mia madre, originaria del Sud della provincia pontina.
Devo l'idea di usarle in una minestra a Stefania, che mi ha provocato con una sua ricetta.
Partita per rifarla tale e quale, ho deviato dalla sua strada il giorno in cui mi sono imbattuta in una confezione di zuppa etrusca, un coloratissimo mix di legumi contenente fagioli tondini, piselli spezzati, lenticchie rosse e fave decorticate.
Perché si chiami zuppa etrusca, lo sa solo il produttore.
Pensate un po' se invece l'avessero chiamata Zuppa del Cardinale? ;o)

Zuppa etrusca con castagne del prete e peperoncini "Cappello del vescovo"



Ingredienti per 2 persone:
160 g di zuppa etrusca (fagioli tondini, piselli spezzati, lenticchie rosse e fave decorticate, in uguale quantità o nelle quantità che preferite)
1/2 carota
un pezzo di gambo di sedano
1/2 cipolla
1 cucchiaino di semi di finocchio
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
20 g di guanciale
110 g di polpa di pomodoro
105 g di castagne del prete sbucciate
2 peperoncini "Cappello del vescovo" freschi

Preparazione:
Mettete i legumi in ammollo per un'ora, poi sciacquateli e scolateli bene.
Tritate sedano, carota e cipolla e metteteli in una pentola insieme ai semi di finocchio e all'olio.
Fate appassire le verdure a fuoco medio-basso, poi aggiungete il guanciale tagliato a dadini e dopo 5 minuti i legumi scolati. Mescolate bene e lasciate insaporire a fuoco basso e pentola coperta per altri 5 minuti.
Unite il pomodoro, coprite con acqua calda, mettete il coperchio e cuocete a fuoco basso per 30 minuti, dopodiché aggiungete le castagne spezzettate grossolanamente e portate a cottura i legumi.
Regolate di sale e lasciate riposare la zuppa per qualche ora affinché i sapori si conoscano.
Poco prima di servire aggiungete i peperoncini freschi tagliati a pezzetti.


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8 commenti:

  1. Che bel post informativo! Fra l'altro scritto in maniera davvero interessante! Io adoro le castagne del prete e non è natale se non ci sono :)
    Sicuramente io ti ho provocata, ma tu te sei magnate una prelibatezza ancora maggiore! E adesso, tu, hai provocato me! ;)

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    1. Mi sono chiesta, e ho chiesto, per anni perché le castagne del prete si chiamano cosi'.
      E adesso tu mi hai dato lo spunto per fare finalmente una ricerca e togliermi la curiosità!
      Alla prossima provocazione! ;o)

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  2. In effetti si fosse chiamata Zuppa del Cardinale sarebbe stato un piatto molto..."ecclesiastico" ;-)
    I peperoncini "cappello del vescovo" li ho scoperti qui da te (che belli che sono!!!!) Ed oggi scopro queste castagne! Tra l'altro a me le castagne piacciono tantissimo! Qui a Torino non c'è l'usanza di mangiarle a Natale (beh non che io sappia! ) ma se non altro le ho viste comparire timidamente negli scaffali del super!
    Grazie x queste informazioni!!!!
    Dopo le feste è bene darsi alle zuppe ;-).
    Un bacione e buon fine settimana

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    1. Ciao, Riccia!
      Se le trovi ancora, al super, assaggiale!
      Sono buone, dolci e affumicatine... e se lasci riposare la zuppa abbastanza a lungo, le danno quel sapore di affumicatino! :o)

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  3. il weekand, passare da qui è sempre una scoperta...fai sempre delle zuppe straordinarie ed insolite!! Complimenti e buon GFFD ;-)

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    1. Grazie mille!
      Inverno chiama zuppa ed è bello farne sempre di nuove! ;o)
      Bacioni!

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  4. che meraviglia!!! Tu e le tue zuppe :)

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